La Nuova Sardegna

A Steven Spielberg un riconoscimento per la carriera

di Francesco Gallo
A Steven Spielberg un riconoscimento per la carriera

ROMA. «Tutti desiderano la privacy, ultimo bastione sacro della libertà», dice Steven Spielberg ieri a Roma parlando del suo ultimo film “Ready player one”, in sala dal 28 marzo. E ancora il padre di...

22 marzo 2018
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ROMA. «Tutti desiderano la privacy, ultimo bastione sacro della libertà», dice Steven Spielberg ieri a Roma parlando del suo ultimo film “Ready player one”, in sala dal 28 marzo. E ancora il padre di E.T.: «Questo film è intrattenimento, ma anche una favola di ammonimento per quello che potrebbe accadere». Basato sull’omonimo bestseller di Ernest Cline con citazioni di cinema e videogiochi, “Ready player one”, mentre racconta il futuro, scatta una fotografia del presente già viziato dalla compulsiva dipendenza da cellulari, social e web. Una favola, spiega ancora Spielberg, che «potrebbe essere politicizzata. C’è ormai una grande fuga dai problemi che vanno invece affrontati. Ho sette figli e quatto nipoti che ho visto crescere con gli smartphone e che quando si incontrano invece di guardarsi in faccia si contattano con i messaggi. In questo Cline è stato preveggente».

Siamo nel 2045 e gli uomini, ormai per la maggior parte impoveriti da quello che è accaduto, hanno perso quasi tutto. Molti vivono in baracche e hanno una sola consolazione: il mondo parallelo e virtuale di “Oasis” in cui si può essere quello che si vuole. Artefice di questa realtà digitale, l’eccentrico stagionato “nerd” James Halliday (Mark Rylance), uno Steve Jobs dei videogiochi. Alla sua morte per sua volontà l’immensa fortuna della sua industria andrà in dote a colui che per primo troverà un Easter Egg (ovvero un contenuto nascosto) nel software di Oasis. Ma uno sconosciuto giovane antieroe, Wade Watts (Tye Sheridan) sembra aver trovato la chiave per fare sua la ricchissima azienda di hardware che qualcuno invece vorrebbe contaminare con la pubblicità.

Spielberg, che ammette di usare poco i social, ma di leggere comunque tre giornali al mattino, confessa: «Preferisco la carta stampata, i giornali. Ho una certa diffidenza verso la realtà virtuale. Anche se credo che queste due realtà, anche per quanto riguarda le notizie, possano alla fine convivere». Da parte del più volte premio Oscar pieno appoggio ai movimenti di #Metoo e Timès Up: «Io e mia moglie da sempre li supportiamo economicamente. “Time’s Up” è importante perché fornisce assistenza legale a quelle donne che si trovano in brutte situazioni e non possono permettersi un avvocato».

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