La Nuova Sardegna

L’aeroporto di Elmas apre il suo scrigno delle meraviglie

Mario Frongia
L’aeroporto di Elmas apre il suo scrigno delle meraviglie

L’ex struttura militare gestita dalla Sogaer da sabato aperta al pubblico. La straordinaria rampa elicoidale e l’avveniristico hangar “Savigliano” 

25 marzo 2018
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ELMAS. Ambiente, storia, architettura. Ma anche scienze aeronautiche, pezzi da museo, scorci che ricordano l’archivio dell’Istituto Luce. L’ex aeroporto militare di Elmas espone per la prima volta i suoi gioielli grazie al Fai e manda un sms alle autorità: l’assist è buono per tutelare i dieci edifici principali e investire sui 55mila metri quadri di estensione di un’area che confina con la scalo civile, a pochi minuti dal capoluogo e dall’Università. Il debutto pubblico, voluto dal Fai (Fondo ambiente italiano) con le Giornate di primavera, ha colto nel segno: le prenotazioni per la visita odierna sono state chiuse con numeri boom. A conferma della sete di conoscenza e cultura dei luoghi, anche dismessi e da riattare.

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Lo scalo, sorto negli tra il 1934 e il 1935 ha ospitato per decenni il 30° stormo antisommergibili ed è stato operativo fino alla “pensione”, giunta tra il 2015 e il 2016 con il trasloco dei militari alla base di Decimomannu. L’ingresso è superlativo: riproduce due torrette e le ali di un aereo. Il salto a ritroso di quasi un secolo regala sensazioni speciali. «L’Enac ci ha dato in consegna l’ex aeroporto e noi – spiega Gabor Pinna, presidente Sogaer, società di gestione dello scalo di Elmas – . Abbiamo bandito un concorso di idee per sfruttarne appieno le potenzialità culturali, economiche e per la ricerca. Il futuro? Pensiamo all’Università, a un liceo aeronautico, alla Scuola di volo”. In breve, un rilancio che sposa architettura di pregio e un passato che senza tutele va in malora.

«L’ingresso alato, la caserma degli avieri, con la rampa elicoidale che non ha nulla da invidiare a quella di Wright esposta al Guggenheim museum a New York, e l’hangar Savigliano, ancora integro, sono i tesori da preservare. Un domani, piazzerei la sede staccata della facoltà di Architettura dell’ateneo di Cagliari per una consulenza continua e specialistica la scuola per piloti di idrovolanti, che sarebbe l’unica in Italia», dice Giorgio Pellegrini, esperto e docente di Storia dell’arte.

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Una fruttuosa e sconosciuta miniera, luogo di confronto e con ampi scenari per il domani. Dai cento metri di lunghezza dell’hangar, con una speciale struttura in ferro, ai viali alberati sferzati dallo scirocco. Tenuta in forma dalla Sogaer e pronta per l’assalto dei visitatori, tanti gli stranieri, a caccia di gioielli del passato. Il percorso – con le specie protette della laguna di Santa Gilla per cornice – riservato ad autorità e cronisti riserva sorprese: la Lancia Artena 2000 tre luci nera con gli interni crema, targata PV 6396, ha un fascino unico. Così come l’Atlantic Breguet antisommergibili («cavallo di battaglia nella guerra fredda» rimarca il professor Pellegrini). “L’aeroscultura futurista” conquista un po’ tutti.

«Ringraziamo Enac e Sogaer che hanno ereditato lo scalo dal demanio militare. L’ex aeroporto, ottimo esempio del Razionalismo, ha una ricchezza di opzioni da sfruttare», precisa Monica Scanu, dall’11 febbraio scorso presidente regionale Fai. «Servono sette, otto milioni di euro per il piano di ristrutturazione dello scalo. Sarebbe interessante istituire una facoltà di Ingegneria aerospaziale», rilancia Marco Di Giugno, direttore Enac Sardegna.

A scandire i novant’anni di vita dell’ex aeroporto, che in una palazzina ha ospitato di anche il centro accoglienza per i richiedenti asilo, sei tappe chiave. Oltre all’ingresso alato, alla rampa e all’hangar, di valore anche la chiesa della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori, e il circolo ufficiali: «Tre porte e due lampadari sono originali e risalgono agli anni Trenta», aggiunge Monica Scanu. Se Giorgio Pellegrini scandisce i passi dell’evoluzione artistica, Alberto Scanu, presidente Confindustria, spiega che «sono in corso le analisi per spazi da dare a scuole di volo e società di manutenzioni aeronautiche».

I volontari del Fai gongolano: oggi aprono al pubblico 1050 monumenti in Italia, cinque in Sardegna. Nell’isola sono visitabili le Saline Conti Vecchi (Syndial Eni) nella zona industriale di Macchiareddu, la chiesa di Valverde a Nuoro, la batteria militare Talmone a Palau e il colle dei Cappuccini in piazza dei Cappuccini a Sassari.

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