La Nuova Sardegna

Lungo le strade dei minatori per riscoprire storia e natura

Simone Repetto
Lungo le strade dei minatori per riscoprire storia e natura

Il cammino di Santa Barbara, 400 chilometri nel sud-ovest della Sardegna. Parte il progetto per ripristinare i sentieri del lavoro dal Marganai a Porto Flavia 

01 aprile 2018
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CARBONIA. L’obiettivo è ambizioso, ma percorribile e ricco di fascino, storia e cultura: ripristinare l’antica via mineraria denominata “Cammino di Santa Barbara”, che si estende nel sud ovest della Sardegna per ben 400 chilometri, attraversando territori selvaggi e ricchi di fascino, sulle orme degli antichi minatori, seguendo la devozione alla loro patrona.

Nell’ottica di perseguire l’ambito obiettivo, nella prima decade di marzo è stato avviato il primo cantiere, per migliorare la percorribilità nel tratto di cammino nel territorio di Carbonia, impiegando una ventina di lavoratori inseriti nel progetto del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. A coordinare i lavori la Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, nata nel dicembre 2016 per sostenere e rilanciare l’avvincente itinerario, di cui fanno parte ventuno comunità del territorio (da Arbus a Sant’Antioco) e l’associazione onlus Pozzo Sella per il Parco Geominerario, oltre alle diocesi di Iglesias e Ales Terralba. Il progetto, approvato dalla giunta Pigliaru in base alla legge regionale 30 del 2016, è stato finanziato con mezzo milione di euro, nell’intento di riqualificare e valorizzare lo storico percorso con interventi che possano renderlo accessibile al grande pubblico, in collaborazione con enti pubblici e organizzazioni dei territori interessati. Sono previsti lavori per rendere agibile la rete dei sentieri e le vie di arrampicata, dotarli di idonea segnaletica (a partire da ceppi in pietra, inaugurati alla presenza delle autorità), tracciamento digitale dei percorsi e dei vari punti di interesse tramite gps, nonché regolamentare le attività possibili al loro interno, fino ai confini con le aree marine circostanti, dove verranno posizionati gavitelli per l’ancoraggio delle barche da diporto a tutela degli habitat marini, in particolare delle praterie di posidonia.

L’idea di costruire un grande itinerario, fra terra e mare, nell’area più estesa e rappresentativa del Parco Geominerario, riscoprendo gli antichi cammini minerari in gran parte abbandonati, è nata dai volontari dell’associazione Pozzo Sella qualche anno fa, dopo aver constatato la grande partecipazione di cittadini alle escursioni organizzate in alcuni percorsi minerari, resi fruibili allo scopo. Il cammino è un itinerario storico, culturale, ambientale e religioso dedicato a Santa Barbara, che si sviluppa lungo le antiche vie che attraversano i luoghi di culto e le chiese intitolate alla santa patrona dei minatori, nel grande bacino minerario dismesso del Sulcis - Iglesiente e del Guspinese, comprendente buona parte dell’intera superficie del Parco Geominerario. L’altitudine massima raggiungibile è di 900 metri sul livello del mare, sul massiccio del Marganai. Attraversando il cammino, si potranno riscoprire quei sentieri percorsi dai minatori per recarsi al lavoro, ma anche le vecchie mulattiere e le ferrovie ormai dismesse, realizzate in passato per il trasporto dei minerali estratti nelle miniere, costituenti uno straordinario patrimonio tecnico, ambientale e socio-antropologico dell’epopea mineraria sarda giunto fino ai giorni nostri.

Si cammina sopra giacimenti di piombo, zinco e argento, o davanti a resti di archeologia industriale dalle particolari fattezze architettoniche, tra cui Ingurtosu e Montevecchio, Orbai e Rosas, Laveria Lamarmora e Porto Flavia, una struttura unica al mondo, per il trasporto e il carico del minerale sulle navi per elevazione in funzione nella prima metà del secolo scorso. Sulla base delle distanze, difficoltà di percorrenza e disponibilità di strutture ricettive, nei paesi e nei villaggi minerari attraversati l’itinerario è stato suddiviso in 24 tappe, delle lunghezza media di 16 chilometri ciascuna, che, secondo i suggerimenti dei responsabili, andrebbero percorse seguendo un ritmo medio di 3 chilometri l’ora, per apprezzare meglio ciò che si guarda. Ogni visitatore, verrà dotato di una “credenziale”, una sorta di passaporto personalizzato rilasciato dalla fondazione, che attesterà l’avvenuto passaggio nelle singole tappe del cammino, potendo altresì ottenere agevolazioni presso strutture e servizi in convenzione.

Per chi percorrerà almeno cento chilometri (anche in modo discontinuo, ma nello stesso arco di tempo) verrà rilasciata la pergamena “Testimonium”, mentre chi percorrerà l’intero cammino in continuità, riceverà il “nastro” (striscia di tela blu, con nome e logo del cammino) e la “torre” (placchetta di ceramica, roccia carbonatica o lamina di argento, rappresentante il logo).

È l’unico cammino religioso sardo ad essere incluso nell’Atlante dei Cammini d’Italia del Ministero dei Beni, Attività Culturali e Turismo. Questi antichi cammini, secondo alcuni studiosi, possono essere considerati tra i primi itinerari culturali europei, in quanto hanno favorito, fin dal neolitico, l’incontro e gli scambi commerciali e culturali tra i popoli del vecchio continente, contribuendo a creare il patrimonio comune dell’identità culturale europea. Per queste ragioni, si punta ad inserire il cammino minerario di Santa Barbara tra gli Itinerari Culturali Europei istituiti dal Consiglio d’Europa, allo scopo di avviare la creazione, insieme ai vecchi bacini minerari continentali, di una rete di cammini europei dedicati alla comune patrona.

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