La Nuova Sardegna

Artisti sardi del Novecento in mostra al museo Ferragamo

Opere di Edina Altara, sorelle Coroneo e Tona Scano
Opere di Edina Altara, sorelle Coroneo e Tona Scano

A Firenze sino al 2 maggio è possibile ammirare opere di Edina Altara, Melkiorre e Federico Melis, sorelle Coroneo e Tona Scano

04 aprile 2018
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FIRENZE. Dal 19 aprile al 2 maggio, nel Museo Salvatore Ferragamo, a Firenze nel palazzo Spini Feroni, è in programma la mostra dal titolo “1927 - Il ritorno in Italia”, con il chiaro riferimento al ritorno in patria di Salvatore Ferragamo dopo dodici anni trascorsi negli Stati Uniti. In occasione di questo importante anniversario, il Museo Salvatore Ferragamo propone una mostra che, assumendo come filo conduttore il tema del viaggio, si apre ad una panoramica sull’Italia degli anni Venti, decennio al quale oggi guardiamo come una vera fucina di idee e di sperimentazione, con mente aperta e scevra da pregiudizi e condizionamenti ideologici. Esposte anche un collage e una mattonella della pittrice e illustratrice sassarese Edina Altara, un vaso e due mattonelle di Federico Melis, due mattonelle di Melkiorre Melis, tre quadretti delle sorelle Coroneo e un dipinto di Tona Scano.

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Nel 1927 Salvatore Ferragamo rientra in patria dopo aver vissuto in California. Nello stesso anno si consuma in Massachusetts la tragedia dei due anarchici Nicola Sacco, operaio in una operaio in una fabbrica di scarpe, e Bartolomeo Vanzetti, e Charles Lindbergh compie la prima trasvolata atlantica senza scalo da New York a Parigi. Non ancora diciassettenne, Salvatore Ferragamo era partito nel 1915 dal porto di Napoli, passeggero di terza classe sulla nave Stampalia, per completare un percorso di conoscenza, come accade oggi a molti giovani che lasciano l’Italia per studiare all’estero.

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Non si era imbarcato per cercare lavoro, seguendo il destino di molti conterranei e persino dei fratelli maggiori. Un mestiere e un’attività Salvatore li aveva già: era un provetto ciabattino nel suo paese natale, Bonito, in Irpinia. A undici anni era già proprietario di una bottega con sei lavoranti, tutti più vecchi di lui, dove realizzava scarpe su misura per le signore del paese. Salvatore voleva però imparare di più sull’arte della calzatura. L’ossessione di creare la scarpa perfetta lo aveva condotto prima a Napoli e poi negli Stati Uniti. In quel Paese erano state inventate le prime macchine per cucire la tomaia alla suola e l’industria calzaturiera aveva raggiunto elevati livelli di sviluppo, impensabili per l’Italia.

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La prima sezione della mostra è dedicata al ritorno di Ferragamo in Italia a bordo del Roma, una delle grandi motonavi della Navigazione Generale Italiana. La seconda è dedicata all’arrivo a Firenze e invita a immaginare quale fosse lo scenario che si aprì agli occhi dell’ormai cittadino americano giunto nel luogo simbolo del Rinascimento, abituato a altri orizzonti attraverso capolavori della pittura del Novecento.

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