La Nuova Sardegna

AAAperto, Aggius diventa il paese dei musei

di Marco Bittau
AAAperto, Aggius diventa il paese dei musei

In allestimento nel centro storico un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, l’inaugurazione il prossimo 26 maggio

08 aprile 2018
4 MINUTI DI LETTURA





AGGIUS. Tutto comincia con “Essere è tessere”. Era l’estate del 2008 e Maria Lai, curva e ispirata su uno dei suo magici telai-teatrini, diceva: «Aggius oggi diventa nastro, sassolino, pezzo di stoffa, che io ho voglia di dare perché mi apra la possibilità di un sogno, di un gioco». Dieci anni dopo, la profezia della grande artista di Ulassai si è avverata: Aggius, il borgo delle eccellenze scavate nella storia e nel granito, oggi più che mai è un paese-museo. Il motore di arte e pensieri è il Meoc, cioè il Museo etnografico Oliva Carta Cannas, gioiello custodito dall’omonima associazione culturale.

Il Meoc – che oltre al Museo etnografico comprende anche il Museo del banditismo – aggiunge un altro pezzo pregiato alla sua già ricca collezione. È il Museo di arte contemporanea AAAperto che raccoglie e riordina in modo organico tutte le opere lasciate dagli artisti che negli anni sono stati protagonisti di mostre personali o collettive curate dallo stesso Meoc. Artisti straordinari come Maria Lai, Giovanni Campus, Rosanna Rossi, Josephine Sassu, Zaza Calzia e adesso lo street artist sardo Tellas, hanno vissuto e lavorato ad Aggius lasciando che i luoghi, la gente, la cultura, le tradizioni, i colori e i profumi fossero fonte di ispirazione per le loro opere. Una sorta di “soggiorno d’artista” che ha prodotto quadri, sculture, installazioni, una varietà di opere che ogni artista ha lasciato al museo e che sono state man mano esposte – secondo l’intenzione per cui erano nate – in luoghi pubblici perché tutti, cittadini e turisti, ne potessero godere.

Il nuovo Museo di arte contemporanea all’aperto sarà inaugurato il 26 maggio, ma in questi giorni (sino all’11 aprile) è in corso l’allestimento delle opere nel centro storico di Aggius. Ritorna dunque il paese-museo che brulica di vita e pulsa arte da ogni pezzo di granito, davanti agli occhi dei cittadini e dei visitatori. Le opere potranno essere osservate lungo percorsi facili da seguire, ben indicati e illustrati. In questa fase di allestimento è all’opera anche Tellas, street artist di fama internazionale che nel 2014 l’Huffington Post ha classificato tra i maggiori street artist al mondo, tanto che nel 2015 è stato invitato ad esporre alla Biennale di Venezia. Tellas è impegnato a dipingere sulle facciate di tre abitazioni.

Nei lavori di allestimento di AAAperto sono coinvolti anche i ragazzi del liceo artistico De André di Tempio, che nell’ambito di un progetto di alternanza studio-lavoro stanno realizzando la segnaletica orizzontale che guiderà i visitatori alla scoperta delle opere d’arte nel centro storico. Coinvolti anche i ragazzi della scuola secondaria di Aggius, che da sempre partecipano alle iniziative del museo. In questi giorni lavora al Meoc anche Gianni Polinas, artista che vive e lavora a Olbia, impegnato nell’installazione “Summer of love”.

Tanto movimento riporta la memoria indietro di dieci anni, all’esperienza di “Essere è tessere” con Maria Lai. L’idea di AAAperto nasce direttamente da lì. Quel giorno, il 26 luglio 2008 il centro storico di Aggius si trasformò in vero e proprio villaggio dell’arte: 14 installazioni, proiezioni, musica, poesia, tessitura. Un happening collettivo tra le vie del paese in cui gli abitanti e numerosi turisti si unirono nel “grande gioco” ideato da Maria Lai alla riscoperta delle tradizioni locali. L’evento si trasformò in un percorso conoscitivo: gli abitanti di Aggius videro le loro vie e piazze piazze trasformate, inedite. E i turisti scoprirono un paese che raccontava se stesso con lo stupore, la sensibilità e le imprevedibilità di una grande artista. Sulla scia di quell’evento del 2008, gli itinerari ideali del nuovo museo AAAperto saranno due: il primo ripercorrerà la memoria di “Essere è tessere”, il secondo sarà una mostra-evento per celebrare attraverso le immagini di 14 fotografi, non solo “il tappeto” e la tessitura come movimento d’arte, ma anche il ruolo della donna, della tessitrice, come portatrice di cultura. I fotografi coinvolti sono Dario Coletti, Luigi Corda,Marco Navone, Chiara Cordeschi, Gianni Olivari, Francesca Corriga, Stefano Pia, Tiziano Demuro, Matteo Pispisa, Benedetta Falugi, Mario Saragato, Fausto Ligios, Serena Vittorini, Paolo Meloni e Silvia Zoroddu. Saranno loro gli autori della mostra fotografica permanente “Dove c’è un filo c’è una traccia”. I fotografi coordinati da Mario Saragato racconteranno piccole storie fotografiche sulla tradizione tessile di Aggius. Queste opere saranno esposte lungo le vie e le piazzette del centro storico. Il percorso calcherà le orme di “Essere è tessere” del 2008 trovando sistemazione nelle facciate degli edifici vicino ai celebri “Telai” di Maria Lai, ma senza confliggere con essi. Tradizione e modernità unite per sempre.

@marcobittau. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative