La Nuova Sardegna

Il Cnr: «In vent’anni montagne più verdi per via del riscaldamento globale»

ROMA. Negli ultimi due decenni la copertura vegetale nelle aree montane è aumentata e, con essa, la durata della stagione vegetativa e la presenza di specie “termofile”, cioè legate a climi più miti....

14 aprile 2018
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ROMA. Negli ultimi due decenni la copertura vegetale nelle aree montane è aumentata e, con essa, la durata della stagione vegetativa e la presenza di specie “termofile”, cioè legate a climi più miti. Tutti effetti del riscaldamento globale in atto. I dati emergono dalle ricerche di Lter Italia, la branca italiana (gestita dal Cnr) della rete mondiale di ricerca ecologica a lungo termine. In un primo studio, dedicato agli ecosistemi montani, è stato analizzato l’effetto del cambiamento climatico su Alpi e Appennini, compresi i laghi alpini.

«L’analisi ha dimostrato l’importante ruolo degli ecosistemi d’alta quota come sentinelle del riscaldamento globale – dice Michela Rogora di Ise-Cnr -. Essi rispondono molto rapidamente ai fattori climatici, mostrando alterazioni non solo nelle temperature, ma anche nelle condizioni del suolo, nella copertura vegetale e nei cicli degli elementi».

Il secondo articolo ha riguardato l’analisi di 22 diversi ecosistemi acquatici. «Tra le principali tendenze abbiamo riscontrato un aumento della temperatura delle acque superficiali stimata nei laghi subalpini in +0.2 °C per decade dagli anni ’70», spiega Alessandra Pugnetti di Ismar-Cnr. Risultato: super diffusione di specie di plancton legate a climi miti, un periodo di sviluppo allungato per diverse specie e una riduzione dei nutrienti fino al 50% in vent’anni.

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