La Nuova Sardegna

“Uno sguardo alla Terra” di Peter Marcias

“Uno sguardo alla Terra” di Peter Marcias

Il nuovo film del regista arriva nelle sale con un tour accompagnato da una mostra fotografica di Sara Montalbano

20 aprile 2018
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SASSARI. Dopo il passaggio in alcuni importanti ai festival internazionali del documentario, a Londra e Guangzhou, e la prima italiana al Trieste Film Festival, “Uno sguardo alla Terra” di Peter Marcias è pronto a sbarcare nelle sale. Ieri la presentazione del tour per l’uscita del documentario che da una parte rappresenta un sentito omaggio a Fiorenzo Serra e un invito alla riscoperta del suo capolavoro “L’ultimo pugno di terra”, dall’altra diventa una riflessione sul cinema documentario odierno e anche sull’appartenenza a un luogo, alla propria terra.

Prospettive che si delineano e si incrociano attraverso le parole di Manlio Brigaglia, Piera Detassis e dei grandi registi coinvolti nel progetto: il cinese Wang Bing, il filippino Brillante Mendoza, il catalano Jose Luis Guerin, l’iraniano Mehrdad Oskouei, l’afghana Sahraa Karimi, la francese Claire Simon, l’israeliano Tomer Heymann e l’italiano Vincenzo Marra. Un documentario prodotto da Capetown Film in collaborazione con Società Umanitaria Cineteca Sarda, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, Fondo Filming Cagliari e Csv Sardegna Solidale, che viene distribuito da Istituto Luce Cinecittà. Si comincia il 24 aprile a Nuoro per un’anticipazione del festival IsReal. Due giorni dopo proiezione a Carbonia, il 9 maggio a Sassari al Moderno, il 10 Cagliari all’Odissea, l’11 a Oristano all’Ariston, il 12 ad Alghero al Teatro Civico. Nel resto d’Italia sarà il 3 maggio a Roma, il 13 a Firenze, il 14 a Milano, il 15 a Torino e poi in diverse altre città. Prevista anche l’uscita a giugno in Francia, Spagna, Portogallo e in autunno in Cina, Filippine, Stati Uniti, Iran. Ad accompagnare il tour del film la mostra fotografica di Sara Montalbano che ha seguito Peter Marcias nel lungo percorso del film (mostra itinerante che diventerà anche un libro). Ventiquattro anni, ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia da giovanissima. «Quando ho terminato gli studi al liceo – racconta la stessa Sara Montalbano – ho fatto i biglietti per andare in Inghilterra per studiare inglese e assistere fotografi per apprendere nuove tecniche. Un anno dopo sono partita per Jakarta, in Indonesia, dove ho vissuto alcuni mesi e scoperto il mondo del reportage e della fotografia di viaggio. Tornata in Italia ho aperto lo studio fotografico a Cagliari, base dalla quale ogni mese parto per lavorare in Italia e all’estero».

Tra i vari generi dice di amare particolarmente la ritrattistica, «mi piace entrare in empatia con le persone che ritraggo e raccontare una piccola parte del loro essere», e in questa esperienza con Marcias ha sviluppato la passione per gli scatti dietro le quinte. «Ho sempre amato gli scatti rubati al tempo e allo spazio – sottolinea ancora Sara Montalbano – e nel documentario il mio ruolo era proprio questo: partire da paesini incantevoli come Lollove, Orgosolo e Desulo e arrivare dall’altra parte del mondo, sempre con la macchina fotografica in mano. Andare in giro per gli hutong cinesi, camminare tra le vie di Manila, salire colline per raggiungere i punti più alti e fotografare i panorami più suggestivi dal tetto delle città. Ascoltare la chiassosa mattinata al mercato rionale di Palermo e confrontarla con il silenzioso mercato dell’antiquariato cinese. Incontrare culture e popoli differenti ma appartenenti alla stessa Terra».(f.c.)

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