La Nuova Sardegna

La cucina futuribile di Carta premiata al Salone del mobile

La cucina futuribile di Carta premiata al Salone del mobile

MILANO. Una cucina che si può assembleare tramite l’incastro dei setti pezzi che la compongono, senza l’utilizzo di viti né ferramenta. Quasi un gioco, proprio come i Lego. Con la sua cucina...

21 aprile 2018
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MILANO. Una cucina che si può assembleare tramite l’incastro dei setti pezzi che la compongono, senza l’utilizzo di viti né ferramenta. Quasi un gioco, proprio come i Lego. Con la sua cucina futuribile Stefano Carta, designer 32enne di Posada, ha vinto al Salone del mobile di Milano il premio “SaloneSatellite Award 2018”, il massimo riconoscimento riservato ai designer under 35. «Un premio inaspettato – ammette, ancora incredulo – È la prima volta che il SaloneSatellite viene vinto da un italiano, ne sono onorato». Stefano Carta ha presentato a Milano il suo ultimo progetto Celer Furniture, una piattaforma digitale per la vendita di pezzi di arredo su misura «che ognuno può personalizzare secondo i propri gusti». La caratteristica dei mobili disegnati da Stefano – dalla libreria, al tavolo, agli sgabelli, ai letti fino alla cucina – è che sono tutti assemblabili. «Per costruirli non c’è bisogno di ferramenta né di viti né di colla. Il procedimento è molto semplice: la cucina, ad esempio, è formata da sette pezzi, compreso il lavello e i fuochi, e si monta in pochi minuti». La collezione del designer posadino è figlia della sua generazione, abituata a viaggiare e a spostarsi per studiare o lavorare. «Per i ventenni e i trentenni di oggi, soprattutto sardi, spostarsi è una necessità. Ho pensato a loro quando ho inventato i mobili assemblabili, così quando si cambia casa gli arredi si smontano e si portano in un’altra città». I mobili sono realizzati con la tecnologia digitale. «Utilizzo la fresa computerizzata. Ovviamente l’obiettivo è creare una rete di produttori digitali in tutto il mondo: io disegno il mobile e invio il file al produttore, che lo realizza. Così si fa a meno della spedizione». La passione per i mobili Stefano l’ha sempre avuta, fin da bambino. A Posada ha trascorso l’adolescenza nel negozio di mobili del papà: «Sapevo che quello era il mio destino». Purtroppo, quando Stefano si diploma, in Sardegna non c’è ancora la facoltà di architettura e così si iscrive in economia e commercio, a Sassari, dove si laurea a pieni voti. Ma i numeri non fanno per lui e ritorna a Posada, a lavorare nel negozio del padre. Ma la passione per il disegno non lo molla. «Così mi sono iscritto a un corso di design allo Ied, a Cagliari. E ora sono qui, a Milano». Con in mano il premio più prestigioso al mondo per un giovane designer. (g.z.)

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