La Nuova Sardegna

Un disco e tre live infuocati Francesco Piu, blues d’autore

di Andrea Musio

Si è concluso ieri a Palazzo di Città di Sassari il minitour del musicista di Osilo Esce in edizione limitata “The can o’ now session”, registrato ad Alghero

23 aprile 2018
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CAGLIARI. La voce e la chitarra di Francesco Piu infiamma gli animi. Si è concluso ieri sera, al Palazzo di città di Sassari, il minitour “Italian blues night” che ha visto impegnato il bluesman sassarese in tre date, iniziato al “La Talpa” di Olbia e replicato il giorno successivo al club “Compagnia cantante” di Cagliari.

Un live infuocato, nella tappa del capoluogo con una esibizione di oltre tre ore fra brani originali, tradizionali e tanta improvvisazione. Ad accompagnarlo, un trio d'eccezione composto dal chitarrista livornese Roberto Luti (fondatore della blues band Tres), l'armonicista di Busto Arsizio Davide Speranza ed il talentuoso giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias. Tre date per promuovere la nuova pubblicazione dei Piu. “The can o' now session”, cd in edizione limitata a mille copie, registrato in presa diretta nelle campagne di Alghero insieme alla Peace & Grove band e pubblicato dalla Appaloosa records (distribuzione Ird). Undici tracce in cui, in parte, ricalca i passi segnati nel precedente disco di inediti “Peace & Groove, prodotto niente meno che dal mitico cantautore newyorkese Eric Bibb. Inarrestabili sul palco, pronti a riversare un fiume di emozioni e passione su un numeroso pubblico ricettivo e sempre pronto a ricambiare con affetto. Un blues sanguigno, melanconico a tratti che si lascia macchiare di soul e funk. Una ricetta accattivante e che ha portato Piu a non pochi traguardi. Una crescita artistica di appena dieci anni per renderlo uno tra i più accreditati bluesman in Italia ma non solo. Una performance che è andata bel oltre le diciassette canzoni previste in scaletta fino a tramutare un concerto promozionale in una festa vera e propria.

Pesca a piene mani dalla discografia originale e si butta a capo fitto nell'immenso repertorio dei brani blues che hanno fatto scuola. Un viaggio nel tempo dagli inizi del secolo scorso. Una sequenza mozzafiato intervallata da brani lenti e ballate blues che stringono il cuore e preziosi momenti di improvvisazione con funambolici soli in cui si apprezza maggiormente la caratura artistica dei singoli musicisti. Così passano in rassegna una serie di tributi quali “You upset me baby” B.B. King, il doveroso omaggio a Eric Bibb con “Don't ever let nobody drag your spirit down”, “Trouble no more” di Muddy Waters, una toccante versione di “Trouble so hard” presa in prestito da Vera Hall ed ancora toccata e fuga nella soul e nel funk degli Sly and the Family Stone con la celeberrima “I Want to Take You Higher”.

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