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il caso 

Cosby, la parola ora passa alla giuria

Cosby, la parola ora passa alla giuria

Giunge a sentenza il primo procedimento legale dell’era #MeToo

26 aprile 2018
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NEW YORK. La parola è passata alla giuria nel processo per molestie sessuali aggravate contro Bill Cosby. I giurati sono da ieri in camera di consiglio dopo una maratona di requisitorie e arringhe in cui il comico di colore, ex «papà buono» del serial tv «I Robinson», è stato descritto come un “predatore” finalmente portato davanti alla giustizia o come la vittima di una ricattatrice descritta dai legali dell'attore come una «bugiarda patentata». Il compito di esprimere un verdetto nel primo procedimento legale dell'era #MeToo spetta a sette uomini e cinque donne chiusi in camera di consiglio a Norristown in Pennsylvania. I giurati avrebbero dovuto riunirsi già l’altro ieri, ma hanno chiesto un rinvio, esausti da oltre cinque ore di «argomentazioni finali».

Cosby ha 80 anni. Andrea Constand, una ex dipendente della Temple University, lo accusa di averla drogata e molestata nella sua casa di Filadelfia nel gennaio 2004. Come per Harvey Weinstein, decine di donne hanno accusato l'attore di molestie, tutte con lo stesso copione della Constand. Come Weinstein, Cosby sostiene che siano stati tutti rapporti sessuali consensuali. Cinque di queste donne sono state ammesse a testimoniare al processo che sta per concludersi. È la seconda volta in pochi mesi che il comico viene portato dalla Constand in tribunale. Il primo procedimento l'anno scorso è finito su un binario morto perché la giuria, dopo sei giorni di deliberazioni, non era riuscita a mettersi d'accordo sul verdetto.

Altro capitolo della vicenda molestie è quello Mia Farrow - Woody Allen. Ieri in un’intervista l’attrica ha dettoche avrebbe preferito che la figlia adottiva Dylan non fosse uscita allo scoperto, tornando ad accusare il patrigno Allen di averla molestata quando era bambina. «Avrei preferito che tutto venisse archiviato. Non volevo resuscitare il caso. È stato un capitolo orribile per tutti noi», ha detto l'attrice arrivando al gala della rivista Time in onore dei cento personaggi dell'anno. La Farrow ha d’altra parte espresso «comprensione» e «rispetto» per la decisione della figlia: «Sentiva che doveva farlo, voleva far sentire la sua voce». Le accuse di Dylan contro il padre adottivo erano venute alla luce negli anni ’90 durante la separazione di Allen dalla Farrow. La ragazza, che per la prima volta aveva parlato pubblicamente dell'argomento nel 2014, era tornata alla carica nel dicembre 2017 in un’intervista al Los Angeles Times



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