La Nuova Sardegna

«La mia ansia è diventata energia creativa»

di Roberto Sanna
«La mia ansia è diventata energia creativa»

Oggi alle 17.30 nel piazzale della Basilica di Saccargia appuntamento con Daria Bignardi che presenta il suo ultimo libro

29 aprile 2018
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SASSARI. Lea è una donna che vive in un perenne stato d’ansia. Anche se, apparentemente, non ne avrebbe motivo: ha una bella vita, a 49 anni fa il lavoro che ha sempre sognato, è una scrittrice di talento. Ha anche una famiglia con tre figli splendidi e un marito, Shlomo, del quale è molto innamorata. In realtà le cose non sono poi così belle come sembrano, sotto l’apparenza i problemi ci sono e in più arriva un evento imprevisto a sconvolgere la sua esistenza perché a un certo punto scopre di avere un tumore. E da quel momento si scatena una serie di eventi imprevedibili capaci però, in qualche modo, di dimostrare che alla fine l’ansia può anche essere un’amica con la quale andare molto d’accordo. “Storia della mia ansia” è l’ultimo romanzo di Daria Bignardi, che l’autrice presenterà oggi alle 17,30 nel piazzale della Basilica di Saccargia con Giovanni Fancello e Stefano Resmini in un incontro organizzato da Liberos con l’amministrazione comunale di Codrongianos e il festival Èntula. Un libro particolare anche nel suo percorso, perché Daria Bignardi ha cominciato a scriverlo poco prima di diventare direttrice di Rai Tre e l’ha concluso subito dopo aver terminato questa esperienza. Ed è in parte un romanzo “personale” in quanto anche l’autrice ha vissuto l’esperienza della malattia e si capisce subito che sa bene di cosa parla

Qual è la genesi di un libro così forte e potente dal punto di vista delle emozioni?

«Credo di avere iniziato a scrivere questa storia quando avevo cinque anni e, come Lea Vincre, la protagonista, tiravo indietro le lancette dell’orologio della cucina per ingannare la mia adorata e ansiosissima madre sull’orario e non farla soffrire se mio padre tardava dieci minuti a cena».

Parlando di ansia, ha detto che può essere pericolosa ma può anche rivelarsi una vera e propria energia creativa: come è arrivata a questa conclusione?

«Dalla fine del liceo in avanti sono stata inquieta e bisognosa di affrontare prove difficile e imprese sempre nuove, mi sono calmata solo quando ho iniziato a scrivere, allora ho capito che quell’inquietudine era una forma dell’ansia che mia madre mi aveva trasmesso ma che la potevo trasformare in energia creativa, in qualcosa da condividere con gli altri, come fa Lea».

Una grande paura come quella vissuta dalla protagonista del libro può davvero aiutare a liberarsi dell’ansia?

«La paura più grande che Lea affronta non è la malattia, ma è quella di perdere l’amore. Comunque non penso che ci si possa liberare dall’ansia, però la si può conoscere, accettare, farci amicizia, e poi prenderla anche un po’ in giro come si fa con gli amici».

Ci sono state persone che, dopo l’uscita del libro, le hanno scritto per raccontarle di aver vissuto le stesse cose?

«Moltissime. Mi scrivono ogni giorno donne e uomini di tutte le età. L’ansia è un sentimento estremamente diffuso».

Il suo resta comunque un libro divertente, che racconta una storia d’amore.

«Grazie, mi fa piacere che lo dica: è proprio la stessa cosa che penso io di “Storia della mia ansia”. Sono felice di fare questa presentazione alla Basilica di Saccargia: mi sembra un posto meraviglioso, non vedo l’ora di respirare e annusare aria sarda».



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