La Nuova Sardegna

Un santo che unisce l’isola: il martire glorioso risorsa di una intera comunità

Mario Girau
Sant'Efisio davanti al municipio di via Roma (foto Mario Rosas)
Sant'Efisio davanti al municipio di via Roma (foto Mario Rosas)

Dal legame storico di Capoterra e Oristano a Quartu, Talana, Ussana, Orune

30 aprile 2018
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Il 1° maggio è Cagliari il centro della religiosità dei Sardi. La festa di Sant’Efisio è un evento di così grande appeal devozionale davanti al quale scompare qualsiasi altro fatto: politico, culturale, sportivo. Persino i sindacati hanno rinunciato a comizi e cortei del rito laico in onore del lavoro.

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Quando sfila Sant’Efisio, patrono della diocesi cagliaritana e compatrono della città, non ce n’è per nessuno. Ma il martire glorioso non è esclusivo patrimonio del capoluogo e del Sud dell’isola. Nel corso dei secoli è riuscito a diventare risorsa comune a tutta la Sardegna, come dimostra la presenza a Cagliari di oltre 3000 pellegrini a piedi e a cavallo provenienti da tutti i territori dell’isola.

Sono diverse le località che nel corso dell’anno dedicano uno o più giorni a ricordare la santità del martire guerriero nato a Elia d’Egitto, secondo gli studiosi del passato, a Capitolina (Gerusalemme) come indicano i moderni.

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Il legame giuridicamente più forte con il “Protettori poderosu de Sardigna speziali” ce l’hanno le uniche due parrocchie in tutta la regione a lui intitolate: a Capoterra (Cagliari) nel centro storico e a Oristano. La prima si è messa sotto la protezione di Sant’Efisio – chiamato nei modi più diversi e familiare dai fedeli: Sant’Efis, Sant’Efix, Sant’Efisiu, Sant’Efisinu, Sant’Efisieddu, Sant’Efes – dal 1658. La seconda nell’anno, il 1793, in cui Cagliari combatte per respingere gli attacchi francesi, pone la prima pietra della chiesa divenuta parrocchia nel 1930.

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Festeggiamenti in onore del martire glorioso si svolgono, come è facile capire, in alcuni comuni dell’hinterland cagliaritano. A cominciare da Sarroch, dove Efisio il grande conclude intorno alle 23 la lunga marcia del primo maggio, Villa San Pietro e Pula stazioni di sosta del secondo giorno di pellegrinaggio.

A Quartu Sant’Elena, prima domenica di settembre, nella chiesetta dedicata al santo, in pieno centro storico, alla fine della Prima Guerra mondiale i reduci celebrano la festa del santo guerriero per ringraziarlo d’averli riportati sani e salvi nel paese d’origine. Una tradizione, conservata da nipoti e pronipoti dei “ragazzi del 99”, che continua ancora oggi. Una chiesetta “efisiana” anche nella vicina Quartucciu, che nella prima domenica di maggio ricorda il martire, in contemporanea con Talana. Nel comune ogliastrino il simulacro di Efisio viene accompagnato in una chiesetta campestre, sulla strada per Lotzorai, per un weekend di festa con messe e folclore.

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Forse per imitazione della grande festa cagliaritana di calendimaggio, altri festeggiamenti in onore di Sant’Efisio hanno sempre luogo nel quinto mese dell’anno: a Tramatza e Villacidro il 3 maggio, nel giorno in cui a Nora il simulacro del santo viene portato in processione vicino agli scavi e nella spiaggia antistante la chiesa ricostruita tra i secoli XI e XII dai Vittorini di Marsiglia su un preesistente santuario . A Ussana si festeggia l’8 di maggio, a Dorgali il 20 maggio, a Bono la prima domenica di settembre. In piena estate Villasor, l’11 agosto, nella chiesa di San Biagio riesce a ritagliare uno spazio devozionale per Sant’Efisio, cui è dedicato un altare con una statua del santo del XVIII secolo.

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Un chiesa in stile moderno a Siniscola estende anche alla Baronia il culto efisiano. Tracce di una devozione a sant’Efisio il canonico Giovanni Spano (1872) ha trovato nelle campagne di Orune dove un villaggio distrutto era dedicato a “su martiri gloriosu”.

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