La Nuova Sardegna

San Giovanni di Sinis, dai giganti di Mont’e Prama al set dei western

di Gabriella Grimaldi
San Giovanni di Sinis, dai giganti di Mont’e Prama al set dei western

Il sentiero tra le meraviglie dell’area protetta 

12 maggio 2018
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Sulle orme dei Fenici tra archeologia, storia, natura e pesca. Con soste strategiche per assaggiare le straordinarie specialità culinarie della zona e degustare vini pregiati tra i quali la famosa vernaccia. La meta è l’area protetta che circonda il promontorio di San Giovanni di Sinis, a nord di Oristano. Una zona ricchissima di bellezze naturali – lagune e stagni che ospitano una grande varietà di uccelli e spiagge mozzafiato – e di storia, a partire dalla splendida città fenicio-punica di Tharros che dall’altura del promontorio digrada verso il mare con un dedalo di vie e di edifici di epoche stratificate, dove evidenti sono le tracce dei Romani con gli acquedotti e le lussuose terme che si specchiano sull’acqua. Vale la pena incentrare il weekend su un percorso pedonale (o in bicicletta) inaugurato di recente e che rappresenta il primo tassello di un grandioso progetto di collegamento a piedi da San Giovanni di Sinis fino a Marceddì (Arborea) proprio per seguire le tracce dei Fenici che in Sardegna vissero a lungo e fondarono città e villaggi lasciando testimonianze di una civiltà raffinata ed evoluta.

Il camminamento, finanziato dal ministero per la Cultura e realizzato sul progetto degli architetti Pierpaola e Franco Perra (con la collaborazione scientifica dello studioso Raimondo Zucca), per il momento è rappresentato da due spezzoni che al più presto si dovrebbero congiungere nel tratto che da San Giovanni porta alla spiaggia oristanese di Torregrande, passando per il bellissimo stagno di Cabras. Soltanto a piedi infatti lo si può costeggiare e si possono raggiungere le due grandi peschiere dove da tempi remoti si catturano i muggini, i pesci dalle cui uova si ricava la pregiata bottarga. Il percorso comincia da un imponente portale rosso che si trova sulla strada che collega Torregrande al porto turistico (ma un’entrata secondaria prende il via dalla strada che conduce da Torregrande a Cabras). La percorrenza è di circa 40 minuti e si conclude davanti al cancello della prima peschiera, Sa Mandrini. Anche se il cancelletto appare chiuso si può percorrere il ponte che passa sulle gabbie in ferro per la cattura dei muggini e raggiungere la sede del Consorzio Pontis dove i pescatori sono di solito disponibili a raccontare il loro lavoro: una tappa davvero interessante. Il percorso, perlopiù sotto alberi di pino ed eucaliptus e arricchito da cartelli che raccontano la civiltà fenicia, si chiude all’altezza della peschiera successiva, Mistras, che per il momento non è accessibile. L’altro spezzone di sentiero, in pratica l’inizio della strada dei Fenici, si imbocca dal portale situato vicino alla chiesa di San Giovanni. Questa passeggiata (un’altra mezz’ora di cammino a ritmo sostenuto) è un paradiso per gli appassionati di birdwatching. Infatti si passa attraverso lagune che ospitano fenicotteri rosa, anatre e il cavaliere d’Italia. Meraviglioso il paesaggio quando il sole comincia a calare infuocando le piatte distese d’acqua che confinano con il mare aperto. La scoperta del Sinis non può prescindere dal museo archeologico di Cabras che ospita i giganti di Mont’e Prama. All’interno della struttura si trovano alcuni dei 38 colossi (alti da 2 a 2 metri e mezzo) emersi negli anni Settanta dallo scavo di una necropoli nei pressi di Cabras. Le statue (datate tra il IX e il XI secolo a.c.) sono le più antiche del Mediterraneo dopo le sculture egizie.

La visita è articolata in maniera logica e permette di avvicinarsi gradualmente al cospetto dei giganti di arenaria gessosa con la possibilità di osservare le statue visualizzandole su uno schermo e vederle da varie angolazioni. Visite tutti i giorni: dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, domenica e festivi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20. È possibile visitare anche il sito archeologico dove sono stati rinvenuti i giganti sulla strada da San Salvatore a Riola Sardo. E allora bisogna approfittarne per visitare proprio San Salvatore, una tappa che dire sorprendente è poco. Il borgo medievale infatti è composto soltanto di domigheddas, casette basse di pochi metri quadrati costruite attorno alla omonima chiesa e abitate soltanto nel periodo della festa del patrono. Questo villaggio è stato utilizzato come set per la ripresa di tanti film western all’italiana a metà anni ’60. La chiesa è dedicata a Cristo Salvatore in ricordo della “fuga” del Santo portato a braccia in salvo dagli abitanti di Cabras per sottrarlo al saccheggio degli invasori giunti dal mare. In rievocazione di questo episodio a settembre si svolge, da Cabras a San Salvatore, la Corsa degli scalzi. La visita in questo borgo dall’atmosfera surreale rappresenta la degna conclusione di un tour davvero affascinante.

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