La mitica Nutella: designer sassarese reinventa l'uso del vecchio barattolo
Premio al concorso internazionale per ridare una nuova vita all'iconico vasetto di vetro
Frulio, vita nuova per la Nutella. Che differenza c'è tra lo styling e il design? «Il design produce per tempi lunghi, mentre lo styling costruisce per i tempi brevi e inserisce nel progetto la caducità della "moda"», spiegava il grande Bruno Munari. «Insomma il designer dovrebbe progettare per facilitare la vita degli uomini, lo stilista si rivolge al consumo rapido», è questa anche l'opinione di Francesco Frulio, 28 anni, sassarese che lavora a Milano dove si è laureato al Politecnico (e poi anche in quello di Torino) che nella sua giovane carriera ha sicuramente sposato la prima strada. Manifesto della sua visione è il progetto, premiato con un terzo posto internazionale, al concorso Nutella and Wired "Hack The Icon" per l'up-recycling: ridare con creatività una nuova vita all'iconico vaso della Nutella.
«Il punto di partenza è stato chiederci cosa si sarebbe potuto fare per trasformare il barattolo di Nutella in un oggetto con una nuova funzione, quando il contenuto si è esaurito, sfruttando la sua intrinseca bellezza, rimuovendolo dall'anonimato e rendendolo protagonista. A me e al mio collega Quixing Zhang, c'è venuta l'idea di un semplice tappo-coperchio, ispirato a una chiave inglese, che una volta avvitato trasforma il barattolo in una comoda teiera o porta caffè - spiega il progettista sardo -. L'abbiamo chiamato The 'K, un gioco di parole tra l'articolo inglese "the" e la parola italiana per il "the", ma anche la "K" che ha la stessa pronuncia di "key" (chiave inglese) e ha la forma della teiera». Il barattolo ritorna sulla tavola della merenda con un'altra funzione. «Così si rafforza anche l'idea "affettuosa" di un prodotto che fa parte dell'immagine familiare italiana», sottolinea Francesco.
I due ragazzi si sono rigirati tra le mani il barattolo è si è accesa un'altra lampadina: «Si chiama AudioSpread - racconta Francesco Frulio - un oggetto giocoso, dal momento che la Nutella è un elemento ricorrente nella quotidianità di molte persone, e abbiamo pensato alla musica. Non importa l'etnia, il background culturale o l'età, la musica è alla base di diversi momenti dei nostri giorni. Quindi volevamo creare un oggetto che valorizzasse e sfruttasse le caratteristiche naturali del vetro in modo inaspettato». Eccolo qui tra le mani di Francesco un semplice, ma ancora geniale, cono di plastica che si avvita sul barattolo e amplifica lo smartphone. «Come puoi sentire - spiega il designer - approfittando delle pareti vuote la musica viene rimbalzata fino al cono acustico ed esce amplificata». Niente elettronica o circuiti ma solo la forma e il materiale del barattolo e del cono forniscono un modo alternativo e piacevole per combinare armoniosamente la tecnologia digitale con il design analogico. Idee semplici ma con la carica alternativa e rivoluzionaria del riciclaggio nel mondo dell'usa e getta che soffoca il pianeta con i rifiuti. Filosofia che è alla base di un'altra realizzazione di Francesco Frulio: il Fiberflax, nuovo bio-composito per mobili in lana e lino proveniente dall'artigianato tradizionale sardo, in particolare nei tessuti di Busachi e dal feltro di Bitti, materiale con cui Frulio ha realizzato delle sedie.
«È stato il progetto finale per la mia laurea in Industrial Design - dice Frulio -. Volevo creare un nuovo materiale composito ecologico che potesse sostituire la vetroresina nella costruzione di mobili che potrebbero essere prodotti con materiali locali e sostenibili. Oggi è importante capire l'impatto di qualsiasi progetto in termini di consumo energetico e sfruttamento delle risorse. Lino e feltro di lana, negli ultimi anni, sono apparsi con successo nel mondo dei bio-compositi». L'idea del Fiberflax è stata premiata con l'A'Design Award nel 2016 e la prestigiosa rivista di design Ottagono le ha dedicato un intero servizio. «Gli oggetti di oggi devono raccontare storie, scatenare un dialogo - spiega il designer -. Ogni materiale ha una memoria che deve parlare, funziona se dopo che lo guardi è in grado di lasciarti qualcosa: è questo il mio lavoro».