La Nuova Sardegna

Il trombettista Pierobon a sassari

di Andrea Massidda

SASSARI. La musica d’autore sposa il jazz in una serata magica capace di confermare ancora una volta come simili matrimoni, se preparati con cura, garantiscono emozioni forti. L’ennesima...

16 maggio 2018
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SASSARI. La musica d’autore sposa il jazz in una serata magica capace di confermare ancora una volta come simili matrimoni, se preparati con cura, garantiscono emozioni forti. L’ennesima dimostrazione che i due generi possono convolare a nozze è andata in scena ieri sera al Teatro Comunale di Sassari, dove il cantautore Fabio Concato ha cominciato nel migliore dei modi la sua mini tournée in Sardegna (stasera alle 21 sarà a Cagliari sul palco del Massimo) strappando applausi e consensi dopo più di due ore di concerto sold out (1.400 posti). Una performance inserita nel cartellone della rassegna “JazzOp” organizzata dall’Associazione Blue Note Orchestra, e in particolare nel progetto “OjS meets Fabio Concato”, nel quale tutte le più celebri composizioni dell’artista milanese sono state arrangiate per l’esecuzione dell’Orchestra jazz della Sardegna da Gabriele Comeglio, ieri e oggi anche in veste di direttore della big band isolana. Un progetto indubbiamente riuscito che già dal suo annuncio mirava a mettere in risalto i tratti del sound afro-americano presenti in molti brani dell’artista. Merito in gran parte degli arrangiamenti sartoriali elaborati ad hoc per ogni pezzo. Risultato? Una veste completamente nuova fatta di pieni orchestrali e di un suono delicatamente rarefatto. Bello.

Cantante eclettico (ha persino fatto parte del coro della mitica sigla del cartone animato “Atlas Ufo Robot”), Fabio Concato ha respirato l’inebriante profumo del jazz sin da bambino, visto che il padre era Luigi Piccaluga, chitarrista e autore jazz più noto come Gigi Concato, al quale ha dedicato la canzone “Gigi”. «Quando a casa mia non si suonava – racconta sempre l’autore – era perché si ascoltavano i dischi di Gerry Mulligan, Chet Baker, Miles Davis e tanta bossa nova». Del resto è nei suoi brani più celebri – tutti inseriti in scaletta – che questo suo background musicale emerge. Così come emergeva negli anni Ottanta, quando si fece conoscere con il singolo “Domenica bestiale”, il quale diventò in breve tempo il suo classico per eccellenza.

Per ascoltarlo nella versione eseguita insieme con l’Orchestra jazz della Sardegna, chi ha assistito al concerto di ieri sera ha dovuto attendere appena cinque canzoni. Un’attesa breve e piacevole. Perché prima, , partendo da “O bella bionda” e da “”Io ti ricordo ancora”. Non sono mancati “Fiore di maggio”, “Rosalina”, “Tienimi dentro te”, “Guido piano”, “Sexy Tango” e ancora “051 222525”, il pezzo che s’intitola come l’ormai vecchio numero di Telefono Azzurro, i cui proventi derivanti dalla vendita del single furono interamente devoluti alla organizzazione per la difesa dei minori. Il meglio della sua ha proposto al pubblico il meglio della sua produzione, dunque. Anche se curiosamente nella scaletta non è comparsa “La nave”, un pezzo un po’ meno conosciuto, ma che cita esplicitamente la Sardegna e in particolare Macomer, luogo dove il cantautore fece una parte del servizio militare.

Finale con “Rosalina” cantata in coro dal pubblico e, naturalmente, applausi anche per l’Orchestra jazz della Sardegna e il direttore Comeglio.

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