Salone del libro, il bilancio degli editori sardi
Grande partecipazione di pubblico agli eventi dello stand della Regione Sardegna, ma vendite in calo
16 maggio 2018
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TORINO. Il Salone internazionale del libro si è concluso con un bilancio straordinariamente positivo per afflusso di visitatori. Il comunicato ufficiale parla di un totale di 170.786 ingressi registrati, che va ben oltre il già notevole successo della scorsa edizione, ricordata come quella “dell’orgoglio”. Ed è tempo di bilanci anche per gli editori sardi, che nei cinque giorni di iniziative allo Stand Sardegna hanno visto una partecipazione ininterrotta di pubblico a tutti gli appuntamenti Aes (Associazione editori sardi), circa una trentina nel corso dell’intero Salone. «Nella cornice trionfale e da tutto esaurito di questa edizione, possiamo ritenerci soddisfatti del successo di pubblico e del gradimento ottenuto dalla proposta culturale – commenta a caldo la presidente Simonetta Castia –. Una cornice fatta di presentazioni, dibattiti e reading che, nel complesso, hanno visto la forte partecipazione del pubblico della fiera».
Gli incontri con gli autori e le presentazioni delle novità editoriali dell’ormai consolidata sezione “Tra isola e mondo”, hanno goduto di un forte interesse, in particolare con il pienone del fine settimana. Per il dibattito “Sardegna quasi un continente”, ospitato all’interno della riservata Sala Avorio, invece non è rimasto un solo posto libero. Gli interventi di Simonetta Castia, Annamaria Baldussi, Francesco Bachis e Salvatore Ligios, hanno evidenziato le tensioni irrisolte e forse irrisolvibili di un’isola che richiede pari dignità, pur con la volontà di distinguersi, ancora a sessant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Marcello Serra, che ha avuto il grande merito di mettere insieme la complessità culturale e sociale della Sardegna.
Purtroppo è meno positivo il dato delle vendite, in linea con quelle del 2016, ma decisamente inferiori all’anno passato. «Il risultato – specifica Simonetta Castia – è stato probabilmente condizionato dalla contiguità del colosso di 1000 metri quadri di Mondadori, dalla vicinanza di Feltrinelli e, forse, dalla concezione, pur bella e d’effetto, dello stand Sardegna, poco aperto e poco funzionale all’esposizione dei libri». «In futuro dovremo – conclude Castia – cogliere ancora meglio la sfida che rappresenta il Salone e, per parafrasare quanto detto dal direttore Nicola Lagioia, ricordarci che siamo qui “per non tradire quello che siamo”».
Gli incontri con gli autori e le presentazioni delle novità editoriali dell’ormai consolidata sezione “Tra isola e mondo”, hanno goduto di un forte interesse, in particolare con il pienone del fine settimana. Per il dibattito “Sardegna quasi un continente”, ospitato all’interno della riservata Sala Avorio, invece non è rimasto un solo posto libero. Gli interventi di Simonetta Castia, Annamaria Baldussi, Francesco Bachis e Salvatore Ligios, hanno evidenziato le tensioni irrisolte e forse irrisolvibili di un’isola che richiede pari dignità, pur con la volontà di distinguersi, ancora a sessant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Marcello Serra, che ha avuto il grande merito di mettere insieme la complessità culturale e sociale della Sardegna.
Purtroppo è meno positivo il dato delle vendite, in linea con quelle del 2016, ma decisamente inferiori all’anno passato. «Il risultato – specifica Simonetta Castia – è stato probabilmente condizionato dalla contiguità del colosso di 1000 metri quadri di Mondadori, dalla vicinanza di Feltrinelli e, forse, dalla concezione, pur bella e d’effetto, dello stand Sardegna, poco aperto e poco funzionale all’esposizione dei libri». «In futuro dovremo – conclude Castia – cogliere ancora meglio la sfida che rappresenta il Salone e, per parafrasare quanto detto dal direttore Nicola Lagioia, ricordarci che siamo qui “per non tradire quello che siamo”».