La Nuova Sardegna

L’antica Cagliari in settemila scatti d’epoca

L’antica Cagliari in settemila scatti d’epoca

La Sovrintendenza digitalizza l’archivio storico. Presentato il progetto “Immagini fragili” 

18 maggio 2018
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CAGLIARI. La più antica delle "fragili immagini" è del 1892, anno in cui la Soprintendenza si dotò della prima macchina fotografica, ma il metodo della fotografia su lastra di vetro trattata con gelatina in bromuro d'argento fu utilizzato anche per documentare gli scavi archeologici degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, per l'alta qualità di nitidezza e dettaglio, considerata a tutt'oggi maggiore della pellicola e persino dell'attuale fotografia digitale.

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Con la presentazione alla stampa del volume "Cagliari, fragili immagini" e del sito www.sardegna-fragili-immagini.beniculturali.it la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari ha dato conto del progetto che ha attuato il restauro di 481 lastre fotografiche del proprio archivio storico e che mira a rendere accessibile l'intero fondo di circa 7.000 lastre fotografiche scattate tra il 1892 ed il 1960. Si tratta quindi di un primo lotto del certosino lavoro - di pulizia, riparazione della lastre colpite da danni fisici e chimici e di digitalizzazione dell'intero archivio compresa l'altrettanto fragile parte in pellicola - che sta riservando per gli stessi ricercatori appassionanti sorprese e si amplierà a tutta la Sardegna, da Perdasdefogu ad Alghero.

Un lungo lavoro collettivo (attuato grazie al finanziamento del Gioco del Lotto) che, si dice nella prefazione, riassume la portata progettuale nelle parole chiave storia, patrimonio, identità, condivisione e responsabilità.Dedicato a Marina Sechi, la funzionaria prematuramente scomparsa per molti anni preziosa custode e curatrice di questo "nostro tesoretto", così chiamava l'archivio fotografico, il volume, a cura di Massimo Casagrande, Stefano Montinari e Maria Passeroni, verrà presentato al pubblico oggi alle 17 nella basilica di San Saturnino, in piazza San Cosimo. Al suo interno, per ora, come ha sottolineato ieri il Soprintendente Fausto Martino, solo una preziosa ma piccola parte del grande patrimonio fotografico che, documentando con dovizia di particolari edifici, opere d'arte, restauri, campagne di scavo, ritrovamenti e paesaggi naturali, costituisce il punto di partenza per ricerche scientifiche e aiuta a comprendere il ruolo insostituibile delle Sovrintendenze.

Con la proposta di immagini anche inedite della Cagliari a cavallo tra i due secoli, si potranno ritrovare fra i soggetti fotografati scorci ancora riconoscibili nella città di oggi, ma anche edifici non più esistenti perché distrutti durante la guerra o trasformati radicalmente da certi disastri postbellici. E insieme ci sono le persone, uomini e donne comuni o di eccellenza che hanno vissuto e lavorato tra i suoi monumenti.Particolarmente significative sono le immagini che tra il 1940 e il 1942 documentano la villa di Tigellio, i lavori di restauro della Torre dell'Elefante, ma soprattutto la messa in sicurezza delle opere d'arte nella cripta di Sant'Efisio e delle parti più delicate dei monumenti - come i leoni stilofori della Cattedrale protetti da sacchetti di sabbia - voluta dall'allora Soprintendente Delogu, che fece anche trasportare a Sassari le lastre dell'archivio per preservarle dagli imminenti bombardamenti, ulteriore testimonianza dell'importanza dell'impegno civico e della dedizione nella salvaguardia da parte del personale della Soprintendenza.Curato dall'ingegner Antonella Sanna da oggi è on line anche il sito www.sardegna-fragili-immagini.beniculturali.it, archivio informatico di oltre mille immagini in gran parte inedite da implementare con la prosecuzione del progetto, che diventerà strumento utilizzabile da ricercatori e studenti ma anche da ogni cittadino interessato al proprio patrimonio storico-culturale.

Attraverso la divisione in aree tematiche e tramite i tag sarà presto possibile avviare ricerche e soddisfare curiosità. Individuate le immagini di proprio interesse, si potrà inoltre, grazie ad un link al modulo di richiesta, ottenere il file desiderato, gratuitamente per motivi di studio o privati, con il pagamento dei diritti d'uso per l'utilizzo a fini pubblicitari o commerciali.

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