La Nuova Sardegna

Erano un piccolo simbolo dello spreco di denaro pubblico, quelle due casette inutilizzate quanto inutili in piazza Italia, a due passi dalle sedi della Provincia e del Comune. Sarebbero dovute servire per accedere ai piani sotterranei di un parcheggio progettato in un batter d’occhio alla fine degli anni ’90 con il fiume di soldi stanziato dalla legge 64. Oggi invece quei muri raccontano il passato antifascista di Nuoro, attraverso il ricordo di alcune figure emblematiche del quel periodo. L’idea è stata dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani, che ha girato la proposta a Francesco Del Casino, il pittore senese padre del muralismo di Orgosolo, che l’ha accolta con entusiasmo. E così, qualche settimana fa, si è presentato in piazza Italia con la fida Teresa Podda, artista di Orgosolo di rara sensibilità, custode di quell’immenso patrimonio sociale e culturale che sono i murales del paese barbaricino, e si è messo al lavoro. Ha indossato la consueta tuta azzurra da imbianchino, e in due giorni ha realizzato cinque murales, incentrando il messaggio sulla Costituzione che ha appena compiuto 70 anni. Due in meno di Del Casino, che ha ancora l’energia e la curiosità del ragazzo che arrivò nel ’68 a Orgosolo fresco di Accademia come docente di storia dell’arte nelle scuole medie e l’anno dopo era in prima fila con i pastori nella rivolta di Pratobello. I murales che oggi affrescano il paese, e che per certi versi ne hanno cambiato il destino facendone una meta obbligata del turismo in Sardegna, sono nati quello stesso anno. In appena due giorni Del Casino e Podda hanno ridato vita alle due casette, omaggiando la memoria di Diddino Chironi, Dino Giacobbe e Mariangela Maccioni. E di Gramsci, figura carissima a Del Casino. (paolo merlini)