La Nuova Sardegna

L'intruso. Rita Nonnis: «Serena Dandini: il nome della rosa è una donna»

Rita Nonnis, chirurga
Rita Nonnis, chirurga

Maggio è il mese delle rose, fioriscono e profumano l’aria colorando giardini e terrazzi e segnando il passaggio dalla primavera all’estate. Le rose sono da sempre associate alle donne per la...

26 maggio 2018
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Maggio è il mese delle rose, fioriscono e profumano l’aria colorando giardini e terrazzi e segnando il passaggio dalla primavera all’estate. Le rose sono da sempre associate alle donne per la bellezza e la sensualità, ma le donne come le rose mettono radici, sono resistenti, sopportano le avversità e nonostante la mancanza di cure rifioriscono baldanzose a ogni primavera. Così recita il retro di copertina de “Il catalogo delle donne valorose”, di Serena Dandini, (Mondadori). Un libro che parla della storia di donne, 34 i cui nomi sono state dati alle rose. Sono storie di donne che nella loro vita hanno fatto cose straordinarie ma che la società, come troppo spesso succede, dimentica in fretta. E allora si scopre che una rosa rampicante con fiori a pompon è stata chiamata Belle de Sardaigne in onore del premio Nobel Grazia Deledda. La Dandini ripercorre la sua storia evidenziando la forza della minuta scrittrice che, affrontando pregiudizi e difficoltà legati alla sua condizione femminile in una società patriarcale, riesce a realizzare le sue opere che la porteranno fino in Svezia. Mentre leggevo pensavo che a Nuoro oltre alla sua statua ci sarebbe stata bene anche questa rosa dal colore rosa confetto sfumata di bianco. Ma probabilmente non sono in molti a saperlo così come sono in pochi a conoscere la scrittrice e le sue opere che solo recentemente e dopo una grande mobilitazione sono state inserite nella letteratura italiana delle scuole. Nel libro si scoprono storie incredibili come quella di Nellie Bly, americana che alla fine dell’800 fu una pioniera del giornalismo d’inchiesta sotto copertura, non esitò a fingersi malata per essere internata nel Blackwell’s Island e vedere di persona le condizioni delle donne che subivano «trattamenti vicino alla tortura e perdita di ogni dignità umana». L’articolo allora suscitò molto scandalo e costrinse a un intervento dello Stato. Il giornalismo d’inchiesta ha pagato un tributo altissimo come per Anna Politkovskaja o Daphne Galizia o come per laria Alpi a cui nel 2014 è stata dedicata una rosa di tea rifiorente e profumata. Evidentemente non è con la morte che si ferma il giornalismo. La Rosa Dream Catcher (Cacciatrice di sogni) è invece stata dedicata a Maryan Mirzakhami, una grande matematica iraniana che vedeva la bellezza nei numeri e che nel 2014 a soli 37 anni vinse la prestigiosa medaglia Fields, la prima donna fino ad ora ad averla conquistata. Il 15 luglio 2017 Maryan muore per un tumore al seno. Mi intristisce pensare che ancora oggi troppe giovani donne muoiono di tumore al seno e sono convinta che forse dal punto di vista organizzativo si dovrebbe fare di più. Insomma un libro quello di Serena Dandini che ci racconta storie di donne straordinarie, forti e tenaci come le rose che hanno loro dedicato. In giardino passa il piacere dell’anima e non si è mai soli, questo libro mette le rose al centro del giardino e le donne al centro della società anche per ricordarci che senza le rose non c’è giardino, senza le donne non c’è società.



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