La Nuova Sardegna

«E se l’isola rimanesse senza storie?»

Costantino Cossu
«E se l’isola rimanesse senza storie?»

A causa della lentezza dei finanziamenti il Festival di Gavoi rischia di celebrare la sua ultima edizione

29 maggio 2018
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E se “L’isola della storie” sparisse? Se un festival storico come quello di Gavoi chiudesse i battenti? Il rischio c’è, e non è certo roba da lasciare indifferenti. Non solo chi ama i libri e la cultura, ma chiunque abbia a cuore un modello che indica una possibilità di sviluppo importante, complementare a quella del turismo balneare e delle grandi concentrazioni petrolchimiche sulle coste. Il direttore del festival, Marcello Fois, lo dice senza mezzi termini: «Se dobbiamo continuare a dipendere dai tempi della macchina burocratica della Regione, è meglio smettere. Facciamo questa edizione 2018 e poi basta». Fois spiega la faccenda in maniera molto semplice: «I finanziamenti regionali, quelli dell’assessorato alla Cultura e quelli dell’assessorato al Turismo, arrivano ogni hanno, ma con una lentezza e soprattutto con uno sfasamento temporale rispetto ai nostri impegni con le banche, che ci espongono in una maniera che non è più sostenibile. Con questo sistema gli interessi passivi crescono e siamo costretti a impegnare come garanzia i nostri beni privati. Così non si può proprio andare avanti».

Gavoi, dice Fois, non è un festival qualsiasi: «Non è facile portare tutti gli anni nel cuore della Sardegna autori nazionali e internazionali importanti. È uno sforzo organizzativo enorme che non sarebbe possibile se dietro non ci fosse uno straordinario lavoro di volontariato e il sostegno di una comunità intera. E non è soltanto un fatto di libri e di incontri con autori famosi. E’ un modello di sinergia virtuosa tra turismo e cultura che poi è stato seguito da tanti altri. La cultura può far crescere un territorio. Può far crescere città intere, come dimostrano tanti esempi anche nazionali».

Cosa risponde la politica? L’assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, non nega la lentezza della macchina regionale: «Che i nostri tempi non siano in sintonia con quelli di chi organizza le tante manifestazioni che animano la cultura in Sardegna, è un fatto. Ci sono limiti organizzativi che non è facile superare. Siamo però disponibili al confronto con Gavoi – e con tutti gli altri operatori culturali – per vedere che cosa è possibile fare. Se “Isola delle storie” chiudesse i sardi non capirebbero. Vogliamo fare tutto ciò che si può fare perché ciò non avvenga».

Barbara Argiolas, titolare dell’assessorato al Turismo che gestisce la legge sui Grandi Eventi (da Sant’Efisio e dai Candelieri sino ai festival letterari), è sulla stessa linea di Dessena. «Noi gestiamo uno strumento – dice – che funziona per bandi. Arrivano centinaia di domande. Quest’anno cinquecento. Essere rapidissimi è molto difficile. Anche se poi i fondi, anche per Gavoi, arrivano sempre». Forse allora sarebbe utile aprire un dibattito su che cosa si debba considerare Grande Evento. Criteri più stringenti, basati sulla qualità, ridurrebbero la mole enorme di lavoro che gli uffici devono affrontare. E servirebbe a dare i soldi a chi effettivamente li merita. Tra questi, certamente Gavoi.

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