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Cosa resta della classe operaia Il libro di Campetti a Cagliari
CAGLIARI. Nel libro “Ma come fanno gli operai” (Manni Editore, 160 pagine 14 euro) Loris Campetti, giornalista e scrittore, conduce un’indagine lucida e illuminante sul mondo operaio. Oggi il volume...
07 giugno 2018
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CAGLIARI. Nel libro “Ma come fanno gli operai” (Manni Editore, 160 pagine 14 euro) Loris Campetti, giornalista e scrittore, conduce un’indagine lucida e illuminante sul mondo operaio. Oggi il volume viene presentato a Cagliari alle 17.30 nella biblioteca “Emilio Lussu” a Villa Clara. Insieme con l’autore ci saranno Andrea Dettorri, Marco Ligas e Samuele Piddiu.
Il libro è un reportage sul cambiamento culturale dei lavoratori, un viaggio nelle grandi fabbriche, quelle in crisi e quelle con il vento in poppa, dalla Luxottica alla Fincantieri, dalla Brembo alla Beretta, dall’Agusta all’Aermacchi, dalla Maserati all’ex Pininfarina, a cui si affiancano puntate nella logistica e nei servizi. Parlano i ragazzi di Foodora, arruolati con un sms e pagati a cottimo, e i dipendenti delle Coop reggiane giunte al capolinea e finite in tribunale. Colpiti dalla crisi e dalle politiche liberiste, privi di rappresentanza partitica e con un sindacato inadeguato, gli operai sono soli. Ai loro occhi la sinistra è responsabile dell’attacco ai diritti: assalto alle pensioni, jobs act e precarietà, cancellazione dell’articolo 18. Nelle urne arriva il loro voto di vendetta: gli operai tradiscono la sinistra. O è piuttosto vero il contrario? A questo quadro si aggiunge la crisi della solidarietà tra lavoratori: la perdita della speranza in un cambiamento apre la strada all’individualismo, che alimenta una guerra tra poveri: l’avversario non è più chi comanda, ma chi sta più in basso ed è più debole.
Il libro è un reportage sul cambiamento culturale dei lavoratori, un viaggio nelle grandi fabbriche, quelle in crisi e quelle con il vento in poppa, dalla Luxottica alla Fincantieri, dalla Brembo alla Beretta, dall’Agusta all’Aermacchi, dalla Maserati all’ex Pininfarina, a cui si affiancano puntate nella logistica e nei servizi. Parlano i ragazzi di Foodora, arruolati con un sms e pagati a cottimo, e i dipendenti delle Coop reggiane giunte al capolinea e finite in tribunale. Colpiti dalla crisi e dalle politiche liberiste, privi di rappresentanza partitica e con un sindacato inadeguato, gli operai sono soli. Ai loro occhi la sinistra è responsabile dell’attacco ai diritti: assalto alle pensioni, jobs act e precarietà, cancellazione dell’articolo 18. Nelle urne arriva il loro voto di vendetta: gli operai tradiscono la sinistra. O è piuttosto vero il contrario? A questo quadro si aggiunge la crisi della solidarietà tra lavoratori: la perdita della speranza in un cambiamento apre la strada all’individualismo, che alimenta una guerra tra poveri: l’avversario non è più chi comanda, ma chi sta più in basso ed è più debole.
