La Nuova Sardegna

Arrivata dalla Spagna e diventata “sarda”

Il primo documento scritto che cita i liutai in Sardegna è del XVI secolo: nello Statuto del Gremio dei Falegnami di Oristano risulta che ne facessero parte anche i “chitarrari”. Nel 1598 un decreto...

09 giugno 2018
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Il primo documento scritto che cita i liutai in Sardegna è del XVI secolo: nello Statuto del Gremio dei Falegnami di Oristano risulta che ne facessero parte anche i “chitarrari”. Nel 1598 un decreto del Viceré di Sardegna vietava di suonare la chitarra dopo il rintocco della campana vespertina. La chitarra, sicuramente portata dalla Spagna, fu utilizzata per accompagnare il preesistente “canto in re”, facendolo diventare appunto “cantu a chiterra” soprattutto nel Logudoro, Goceano, Planargia e in Gallura e in Anglona.

L’utilizzo dello strumento per accompagnare i “cantadores” ne ha cambiato la forma e l’accordatura. Le sarde diventano chitarre giganti per avere un tono più basso, cambia anche la distribuzione dei segni sulla tastiera per evidenziare gli intervalli tonali e agevolare la tecnica del canto. Gli ideatori del modello più diffuso dal ’900 sono stati il liutaio e chitarrista Ignazio Secchi e il fratello Peppino. Aldo Cabitza, in seguito, apportò ulteriori modifiche ingrandendo le misure della cassa armonica portandola a metà tra una chitarra classica e una chitarra basso.

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