La Nuova Sardegna

Il viaggio di Gianni Morandi: il set dell'Isola di Pietro è diventato un'attrazione

di Simone Repetto
Il viaggio di Gianni Morandi: il set dell'Isola di Pietro è diventato un'attrazione

A Carloforte tutti cercano la casa bianca di Pietro e i sentieri sul mare dove il pediatra va a correre

10 giugno 2018
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Quella che è conosciuta come isola di San Pietro, dall’anno scorso, per molti è diventata l’isola di Pietro. Dal leggendario passaggio del santo pescatore per eccellenza che, per ripararsi da una tempesta, pare avesse trovato rifugio nell’isoletta sulcitana dandole il nome, si è passati a quello, più recente e tangibile, di un pilastro del panorama artistico nazional-popolare: Gianni Morandi. Il cantante-attore emiliano nel 2016 è sbarcato per la prima volta a Carloforte, uno dei borghi più belli d’Italia, per interpretare il medico pediatra Pietro, nella fiction “L’isola di Pietro”, la cui prima edizione è andata in onda l’anno scorso su Canale 5, riscuotendo un successo di ascolti al punto da programmare la seconda edizione, con riprese al via. Se c’è un dato incontestabile che le puntate della serie tv targata Mediaset hanno evidenziato, è la straordinaria bellezza degli esterni e degli scenari proposti ai telespettatori, con scorci d’incanto del centro di Carloforte e panorami mozzafiato dell’isola tabarchina, nonché delle vicine coste sulcitane. Ma la serie, prodotta da Lux Vide e sostenuta da un corposo finanziamento regionale, in realtà abbraccia tutto il sud ovest sardo, partendo da Cagliari.

Per giungere a Carloforte sulle orme di Morandi occorre prima arrivare nel capoluogo in nave o ad Elmas in aereo, per poi dirigersi, impiegando un’oretta, a Portovesme o Calasetta, da dove prendere i traghetti verso l’approdo carolino, con traversate non più lunghe di tre quarti d’ora. Già il passaggio sulle navi è ricco di suggestioni, con lo sfondo dell’isola e i colori cangianti del mare e dei fondali, dal blu al verde. Una volta sbarcati, prima di scoprire gli itinerari naturalistici isolani percorsi dal protagonista, ci si addentra nel centro storico carlofortino. Passando prima dal lungomare, caratterizzato da palme e facciate color pastello che, insieme alle strette vie dell’abitato, ricordano gli ambienti della riviera ligure e dei caratteristici “carrugi”. «A chi avesse dubbi sull’origine dei carlofortini basterà ascoltare la parlata dei locali», ha detto Morandi, riferendosi al tabarchino, lingua minoritaria derivata dall’antico genovese. Dalla statua dedicata al re sabaudo Carlo Emanuele III, che permise la colonizzazione dell’isola nel 1738, alla chiesa di San Carlo Borromeo, si aprono un corso e una piazza dove si svolgono molte scene, in particolare nell’oratorio, trasformato in commissariato di polizia. Una volta lasciato il paese, la destinazione più ricercata è la spiaggia della Caletta, dove c’è la casa di Pietro, bianca con persiane blu, a due passi dal mare e con vista mozzafiato su una baia incantevole. È qui che l’attore, accompagnato dal fido cane Mirto, si rifugia per riflettere e meditare, e da qui parte ogni mattina all’alba, per la consueta corsa sulla battigia prima di andare al lavoro. Senza disdegnare, a telecamere spente, una bella nuotata nelle acque cristalline dello Spalmatore o di Guidi, le pagine di un libro lette nella spiaggia della Bobba o un romantico giretto a remi in barca, in una di queste cale, in compagnia dell’immancabile dolce metà Anna, che lo segue giorno e notte a spasso per l’isola. Ma la passione per la corsa porta Gianni-Pietro a scoprire altri scorci dell’isola dal fascino unico, percorrendo sentieri quasi a picco sul mare. Come la zona delle Colonne e della Mezzaluna, a sud dell’isola, o di capo Sandalo ad occidente, per ammirare il tramonto dal faro più ad ovest d’Italia. Fino ad una terza direttrice, verso nord, che porta alla Punta, dove ci sono gli antichi stabilimenti delle tonnare e dove si è svolta la tragica scena di apertura della prima edizione, con le terribili conseguenze di un incendio al loro interno. Rispetto alle riprese autunnali del 2016, stavolta le tonnare sono in piena attività, con un via vai di tonnarotti verso il vicino impianto a mare dell’Isola Piana, da cui arrivano i tonni sbarcati nell’antico moletto in pietra dove Morandi, riparato nella sua giacca a vento, si è spesso recato.

Dall’hotel in cui alloggia alla piazza non c’è persona che non lo abbia fermato, per salutarlo o scattare un selfie, senza disdegnare una cantata estemporanea, come avviene fra amici di vecchia data. Dopo settimane di presenza e un concerto gratuito sul lungomare, il Gianni nazionale è stato accettato dagli isolani come uno di loro, giustificando così pienamente il titolo “L’isola di Pietro”.

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