La Nuova Sardegna

Per i 50 anni del “Canepa” la musica invade le piazze

di Grazia Brundu
Per i 50 anni del “Canepa” la musica invade le piazze

Il Conservatorio ha festeggiato con un concerto itinerante per le vie di Cappuccini Dal jazz all’elettronica alla classica, cinquanta brani composti per l’occasione

10 giugno 2018
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SASSARI. Cinquanta brani musicali per festeggiare i cinquant’anni del Conservatorio “Luigi Canepa”. Li hanno ideati per l’occasione – spaziando dalla musica per orchestra a quella da camera, dal jazz all’elettronica – trenta compositori: studenti, insegnanti e amici della scuola. Poi ne hanno affidato l’esecuzione in anteprima a venti ensemble formate da allievi di tutte le classi. Risultato: venerdì sera a Cappuccini si è riversata una marea di ascoltatori e un fiume sonoro di oltre cento musicisti sparsi ovunque tra le aule, il cortile e altri spazi, e sincronizzati in una staffetta ininterrotta dalle 18 alle 22. Per permettere a chi passava di là di ascoltare un po’ di tutto e al direttore Antonio Ligios di dare visibilità a quanto di buono produce l’istituto.

Un raccolto vario e generoso, quello del Canepa. Che andava festeggiato «con un omaggio moderno dal sapore antico. Un tempo – dice Ligios – la musica su commissione era una presenza quasi irrinunciabile nelle grandi occasioni e ricorrenze e il richiamo storico non è causale». Infatti, con la maturità dei cinquant’anni «il Conservatorio vuole continuare ad essere un riferimento per la formazione musicale e lo studio sulla grande musica del passato, ma anche avere un’attenzione vigile al contemporaneo e proiettarsi verso il futuro».

Si è visto venerdì, con un programma sfaccettato che ha dato spazio, accanto alla musica più tradizionale, ad alcune interessanti sperimentazioni. Come l’installazione sonora di Walter Cianciusi sul tema della sospensione di coscienza, interpretata dagli allievi di Musica elettronica nello Spazio Jean-Claude Risset, caratterizzato da uno speciale riverbero acustico e inaugurato nel 2015 dal padre francese della computer music. Mentre la gente andava su e giù per le scale e i corridoi, otto dormiglioni russavano come orchi stesi per terra. Sotto le coperte che – c’è il “trucco” – nascondevano diffusori stereo di suoni pre-registrati. Effetto comico e allo stesso tempo inquietante: l’illusione era stare in una grotta di briganti addormentati.

Il concerto itinerante attraverso l’edificio nato nel Cinquecento come convento dei Cappuccini e dal 1991 sede del Conservatorio è iniziato nel cortile esterno. Con la Saxari Ensemble sulle orme di Ulisse, in un viaggio a tappe corrispondenti ad altrettanti adattamenti per ottetto di sassofoni, a cura di Corrado Collu, Marco Lizzeri, Dario Sanna e Mario Carta su brani per pianoforte di Stachowski. Stessa location per gli ottoni del Rosa dei Venti Brass Ensemble (brani di Fabio Manconi, Maurizio Tedde, Alberto Ezio Colla), mentre in quello interno ha giocato da battitore libero, senza turni fissi, davanti ai tavolini del bar, il jazz di Giovanni Agostino Frassetto e degli allievi del corso musicale. Nell’Aula 1 la musica elettronica ha fatto dialogare i live electronics di Mathias Gutierrez Brunet con il fagotto di Augusto Carnevale (“Lejanias”, dello stesso Brunet) e quelli liquidi, marini, di Costantino Ciancilla con il clarinetto di Elena Ibba (“Mediterraneo 36.2” di Francesco Maria Paradiso), mentre Gian Carlo Grandi ha fatto ascoltare una sorprendente “Metamorfosi I per supporto digitale”.

La musica da camera si è moltiplicata in tre ensemble per otto compositori (Chiara Panzalis, Fatou Sourang, Riccardo Marongiu, Daniele Manca, Fabio Cuccu, Nicola Mele, M.G. Brunet, Leandro Cossu), con esiti particolarmente suggestivi nell’ensemble con percussioni, grazie all’uso di strumenti dal sapore esotico e fiabesco come la marimba e il glockenspiel (vedi soprattutto il “Matrimonio delle volpi” di Fabio Cuccu).

Al pubblico sono piaciuti molto anche i pezzi per pianoforte e percussioni di Mario Carta (“Okinawa Pierrot”), Gabriele Verdinelli (“Nodas 12”) e Fabrizio Casti (“Splitting”). Di grande effetto, infine, il coro da camera e l’orchestra del Conservatorio, che hanno accompagnato le voci soliste di Gabriele Caselli e Laura Casti nel canto di due poesie di Peppino Mereu, e quella di Andrea Nosari nei versi di Filippo Medda. Per il Conservatorio un compleanno davvero speciale.

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