La Nuova Sardegna

La storia di Siddi dal 1652 ai nostri giorni

Alla periferia di Siddi – villaggio della Marmilla, ai piedi della sua “giara” – si leva la piccola chiesa di San Michele, che attira l’attenzione per le due absidi di misura diversa e per il...

12 giugno 2018
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Alla periferia di Siddi – villaggio della Marmilla, ai piedi della sua “giara” – si leva la piccola chiesa di San Michele, che attira l’attenzione per le due absidi di misura diversa e per il bassorilievo che si trova al di sopra di uno degli ingressi: tra le figure umane che mostra ce n’è una rovesciata, un particolare che ha interessato molto gli storici dell’arte e gli studiosi di tradizioni popolari. Di questo e di molto altro si occupa in un corposo volume («Storia di Siddi dal 1652 al 2017», 448 pagine, 25 euro) Arcangelo Cau, che dopo essere stato insegnante e dirigente scolastico si è dedicato con enorme passione allo studio delle vicende del suo paese. Lo ha fatto attingendo soprattutto a fonti ecclesiastiche – ovviamente, visto da dove parte la narrazione – così che la trattazione getta più forte luce sulla vita religiosa: oltre che delle chiese tratta dei «quinque libri», la confraternita del Rosario, le visite pastorali, e anche delle figure dei sagrestani; fino alla vicenda del sacerdote Francesco Uras, accusato di avere amministrato male il Monte granatico. Ma finisce inevitabilmente per gettare ampia luce anche sulla vita civile della comunità. Nella presentazione Francesco Sonis si sofferma sui progressi che gli studi di storia locale hanno registrato anche in Sardegna negli ultimi decenni.

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