La Nuova Sardegna

Giganti, tecniche d’avanguardia per stabilire qual è la loro vera età

di Eleonora Caddeo
Giganti, tecniche d’avanguardia per stabilire qual è la loro vera età

Alcuni frammeni osseri rinvenuti in una sepoltura sono stati spediti a Miami

29 giugno 2018
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CABRAS. Da Mont’e Prama a Miami: a decollare, nei prossimi giorni, verso uno dei migliori laboratori di analisi al mondo saranno una serie di piccolissimi frammenti ossei di una tomba a pozzetto della zona orientale del sito, per una nuova datazione al carbonio 14. Quando nasce Mont’e Prama? In che modo è stata impiantata quest'area funeraria? Chi aveva il diritto di essere seppellito lì? A queste e altre domande dovrà rispondere l’analisi americana. I risultati, disponibili entro due settimane dall'invio dei frammenti, andranno a formare un database che potrebbe permettere di ricondurre in maniera certa la nascita di Mont’e Prama, ad oggi stimata nel periodo del bronzo finale, ossia tra il 1200 a.C. e il 950 a.C.. A confermare questo importante viaggio è Alessandro Usai, della Sopraintendenza ai beni culturali di Cagliari e Oristano: «Abbiamo bisogno del numero maggiore di datazioni possibili – spiega – Sempre per Mont’e Prama ne abbiamo fatto altre tre nel 2015 e sei nel 2016, in altri stati».

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Ieri mattina, intanto, Raimondo Zucca, archeologo dell’università di Sassari e direttore degli scavi nel Sinis, ha concordato proprio a Sassari i dettagli tecnici per la datazione, le cui spese saranno coperte dal residuo dei fondi 2017, messi a disposizione dalla Fondazione di Sardegna, ente che sovvenzionerà con altri 70mila euro anche la tranche di scavi 2018. Altre due precedenti analisi, svolte nel laboratorio di Miami nel 2014, riguardarono i reperti di una tomba a pozzetto, nella zona orientale. Questa terza, riguardante un'altra tomba similare, sarà utile a dissipare un'incongruenza tra il vaso funerario ritrovato, ben più antico del contenuto al suo interno. La misurazione al carbonio 14 (scoperto da Libby nel 1949 e che gli valse un Nobel per la fisica) basata sulla peculiarità del metallo di dimezzare la sua massa in cinquemila settecentocinquanta anni, fu il primo metodo usato in archeologia per datare i resti organici.

In Sardegna, fu Giovanni Lilliu, nel 1952, a richiedere questa analisi a Copenaghen, per datare la torre principale del sito archeologico di Barumini. Conclusa la spesa dei fondi 2017, si può iniziare a ragionare sulla seconda stagione di scavi. Avvio che potrebbe essere annunciato proprio ad Oristano in occasione della presentazione del restauro di un elmo, di proprietà dell'Antiquarium Arborense, appartenuto sembrerebbe ad un legionario romano che ha combattuto nella battaglia di Cornus, poco distante dal paese di Riola Sardo, in provincia di Oristano. Il reperto è stato restaurato, come anche i Giganti, al centro di Li Punti.
 

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