La Nuova Sardegna

il lutto

di Giacomo Mameli

ORISTANO. Anna Oppo, la creatrice della scuola sociologica sarda, la più rigorosa studiosa del femminismo e delle dinamiche familiari, è morta ieri nella sua casa di via Crispi a Oristano. Aveva 81...

05 luglio 2018
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ORISTANO. Anna Oppo, la creatrice della scuola sociologica sarda, la più rigorosa studiosa del femminismo e delle dinamiche familiari, è morta ieri nella sua casa di via Crispi a Oristano. Aveva 81 anni. Il suo nome è inizialmente legato alle ricerche per l’Istituto “Carlo Cattaneo” di Bologna (collaborava con Romano Prodi, Arturo Parisi, Marzio Barbagli e Stefania Cappello) e alle università di Bologna e di Urbino dove aveva insegnato Sociologia generale tra la metà degli anni ’60 e il 1976 quando si trasferisce definitivamente a Cagliari alla facoltà di Scienze politiche. Sofferente da alcuni mesi, è rimasta sempre lucida e acuta nei giudizi. La nipote, Annina Ferrara, ricorda: «Pochi giorni fa ha commentato le cronache: era felice per il miglioramento delle classifiche delle due università sarde, ma disperata, sì proprio disperata, per le ultime stragi di migranti nel Mar Mediterraneo e per la deriva populista».

Oristanese, prima di sei figli, liceo classico al De Castro, laurea a Cagliari (tesi con Paola Arcari) si trasferisce subito a Bologna e poi, per il dottorato, negli Stati Uniti a Berkeley dove conosce, fra gli altri, Robert Merton. Si impone in campo accademico con la traduzione del libro “Conflict Sociology. Toward an explanatory science” di Randall Collins uscito per Zanichelli col titolo “Sociologia”, prima edizione Academic Press nel 1975: testo che si imporrà fra i classici e adottato in quasi tutte le facoltà italiane di sociologia. Dai temi generali, dallo studio dei classici, passa a quelli più specifici come l’organizzazione e il ruolo dei partiti in diversi regimi politici e la partecipazione degli elettorati nelle democrazie occidentali. Il rientro in Sardegna coincide con le lotte dei primi movimenti femministi nel periodo della tormentata industrializzazione.

Dopo i primi anni, per le edizioni Cuec, a cura del Centro di documentazione e studi delle donne di Cagliari, esce la prima ricerca organica dal titolo “Memoria del movimento delle donne negli anni ’70, contributi per una storia del femminismo in Sardegna”. Dedica il lavoro a quattro attiviste, «Gavina, Luisanna, Paola e Silvana che avremmo voluto ancora con noi” perché, aveva spiegato in un’intervista, “devo tutto a loro, dalla teoria mi hanno passare alla pratica, sono state fedeli nei racconti delle loro lotte in anni davvero di oscurantismo verso le donne che usavano la ragione». Con la Oppo il gruppo era composto dalle “donne di Guspini” e dalle pioniere indiscusse del femminismo sardo: Annalisa Diaz, Alida Manca, Anna Rita Oppo, Sabrina Perra, Luisa Maria Plaisant, Nora Racugno e Alessandra Spiga, Elisabetta Manca di Nissa, Linetta Serri, Pinella Depau, Luciana Floris, Mariolina Fusco, Maria Giovanna Piano, Wanda Piras, Loredana Rosenkranz, Luisa Salis, Ada Sanna, Linetta Serri, Laura Tonin e Rosella Virdis. Ricorda Linetta Serri, ex consigliere regionale, ex sindaco di Armungia: «Il collante fra noi era Anna perché aveva il carisma della ricercatrice scrupolosa, con i questionari ci faceva uscire dalle proteste generiche e ci diceva che dovevamo incidere nei luoghi di lavoro, nelle univeristà e nelle scuole, stando attente alle migrazione femminili che già avevano raggiunto cifre consistenti».

In un capitolo scritto con Sabrina Perra, Anna Oppo affronta temi attualissimi: sessualità, corpo, contraccezione, liberazione sessuale, lavoro di militanza. Nella prefazione a “Donne sarde” del 2005 si era chiesta: «Siamo coscienti che, al di là della carenza delle infrastrutture, di capitali, di livelli di competenza, il problema dell’isola è ancora, come sempre è stato, quello della qualità dei rapporti sociali e dunque della capacità di costruire reti, di avere fiducia?». In Sardegna vedeva ancora «troppo individualismo e scarse competenze». Come superarli? Rispondeva con Gramsci: «Studiando, studiando, studiando».

I funerali si terranno oggi alle 16 in Duomo a Oristano.

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