La Nuova Sardegna

Mogol, emozioni in Sardegna «Che bravi i miei allievi olbiesi»

Mogol, emozioni in Sardegna «Che bravi i miei allievi olbiesi»

Ha scritto la storia ma continua imperterrito ad andare a caccia di talenti. Anche a Olbia. Quindici giovani cantanti, in gran parte olbiesi, hanno per esempio partecipato a un corso direttamente nella sua scuola

07 luglio 2018
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Mogol è un uomo che non si stanca mai. Ha scritto la storia ma continua imperterrito ad andare a caccia di talenti. Anche a Olbia. Quindici giovani cantanti, in gran parte olbiesi, hanno per esempio appena partecipato a un corso di alto livello direttamente nella sua scuola. E cioè il Cet, il Centro europeo Toscolano, che dai primi anni Novanta continua a sfornare bravi cantanti e bravi autori. Ieri Mogol è sbarcato a Olbia per partecipare a un evento a lui dedicato organizzato dalla biblioteca comunale. E ha anche incontrato con piacere alcuni dei suoi giovani allievi olbiesi. «I ragazzi di Olbia? Sono bravissimi – ha detto l’autore di testi diventati leggenda –. Penso che sia importante coltivare il talento. Ognuno di noi ha delle doti incredibili, ma bisogna essere in grado di coltivarle». Emozionati nell’incontrare il celebre autore tre dei quindici cantanti reduci dal corso del Cet. Un corso, quello che si è tenuto nella scuola di Mogol, reso possibile grazie a un bando promosso dall’assessorato comunale alla Cultura guidato da Sabrina Serra. «È stata un’esperienza fantastica. È durata una settimana ma ci è servita tantissimo. Stiamo parlando del top della canzone italiana» hanno spiegato in coro Nicole Ruzittu, Alessia Sotgiu e Giuseppe Serra.

Dopo l’incontro con i giovani cantanti, di sera l’autore delle canzoni di Lucio Battisti e di altri mostri sacri della musica italiana è stato il protagonista di un reading–concerto costruito attorno al libro «Il mio mestiere è vivere la vita», nell’ambito della rassegna letteraria «Sul filo del discorso», organizzata da biblioteca e Comune. Insieme a Mogol, sul palco, lo showman Giuliano Marongiu, il cantante Pago e il chitarrista Massimo Satta. Uno spettacolo che ha ripercorso le tappe principali della carriera di Mogol, con un particolare focus sul fortunato sodalizio con Battisti.

Mogol, comunque, non è la prima volta che mette piede in Sardegna. Lui è un grande conoscitore dell’isola. «Qui ci vengo spesso – ha spiegato –. Stessa cosa i miei figli, che adesso sono divisi tra Chia e Porto Cervo. Questa è una terra straordinaria. Avevo anche scritto una canzone di accoglienza, una canzone di benvenuto per chi arriva in Sardegna. Mi dispiace che non sia stata utilizzata. Sì, tra me e l’isola c’è un feeling profondo. Mi piace la cucina, la natura, la musica. Ho anche scritto per i Tazenda e ogni sera prego per Andrea Parodi».

Mogol appare come un uomo capace di stare al passo con i tempi e di apprezzare chiunque metta insieme parole e melodia. «Ascolto tantissima musica di tutto il mondo – confessa Mogol –. Sono diversi i cantanti di oggi che apprezzo e che ammiro. A livello internazionale penso a Ed Sheeran, a livello nazionale penso ad Arisa».



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