La Nuova Sardegna

De Leo e Maldestro Sul palco di Abbabula la musica è “indie”

di Grazia Brundu
De Leo e Maldestro Sul palco di Abbabula la musica è “indie”

Il live dell’ex dei Quintorigo e del cantautore napoletano Sabato con Motta l’ ultimo appuntamento della rassegna 

13 luglio 2018
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SASSARI. Dai giochi spericolati della voce-strumento di John De Leo ai testi intimistici di Maldestro che, quando si appoggiano su ritmi ballabili come il valzer, trasportano la pesantezza del quotidiano in un livello superiore di leggerezza fuori dal tempo.

Dall’Emilia Romagna alla Campania, passando per Sassari dove l’ex leader dei Quintorigo e il giovane cantautore napoletano, rivelazione a Sanremo 2017, sono arrivati mercoledì sera. Ospiti delle Ragazze Terribili che quest’anno, per spegnere le prime venti candeline del loro Abbabula Festival – iniziato martedì con Ricky, En?gma e Willie Peyote e in chiusura domani con Motta – hanno piantato le tende in una “terrazza con vista” sulla città.

Da piazzale Segni il tramonto si fa notare e in tanti hanno approfittato del panorama prima di radunarsi sotto il palco, dove mercoledì il compito di scaldare il pubblico è toccato al cantautore e chitarrista cagliaritano Flavio Secchi, due album all’attivo e una passione incondizionata e ricorrente (alla fine di ogni live) per Lucio Dalla. Subito dopo, tutti immobili sulle sedie per un’ora di sperimentazioni vocali in puro stile John De Leo. Ex leader dei Quintorigo, collaboratore di musicisti e scrittori come Franco Battiato e Stefano Benni, De Leo è considerato da molti, tra cui Mauro Pagani, uno dei pochissimi eredi credibili di Demetrio Stratos. A Sassari, sostenuto da una line-up formata da chitarra elettrica, chitarra semiacustica e Glockenspiele, non ha deluso le aspettative, proponendo alcuni brani dai suoi due lavori come solista, “Vago svanendo” e “Il grande Abarasse”.

Pezzi lunghissimi e tortuosi, impegnativi e affascinanti come una strada panoramica a picco sul mare. Un’altalena di sperimentazioni tra musica elettronica, jazz, psichedelia, canzone tradizionale e continue manipolazioni della voce che passa con una velocità isterica e calibrata dall’urlo al miagolio, attraversando una serie infinita di variazioni.

Decisamente meno sperimentale, ma altrettanto applaudita l’esibizione di Maldestro, all’anagrafe Antonio Prestieri, classe 1985. Se l’ex Quintorigo ha fatto felici soprattutto i quaranta-cinquantenni, il cantautore napoletano – vincitore di riconoscimenti importanti, come il Premio Ciampi e, nel 2107, di quello della critica a Sanremo – ha attirato sotto il palco un gruppetto di ragazze e ragazzi dai venticinque ai trenta, che hanno voluto cantare a distanza ravvicinata le canzoni in scaletta: da “Che ora è” a “Prenditi quello che vuoi”, da “Abbi cura di te” a “Georges Méliés” dedicata al padre del cinema fantastico. Ma Maldestro non ha conquistato solo i ragazzini, e qualcuno, un po’ più grande, si è anche lasciato andare a un valzer defilato sulle note dei suoi brani.

Ieri sul palco di Abbabula sono saliti Iosonouncane e Paolo Angeli, preceduti da Elisabetta Usai e Gavino Riva, mentre sabato 14 si chiudono i battenti con Motta – probabilmente l’ospite più atteso – Arrogalla, Scarda e Massimo Carta. Intanto le Ragazze Terribili tirano i primi bilanci.

«Siamo molto soddisfatte di questa edizione e del fatto che il nostro progetto continui a scandagliare diversi mondi musicali. Vedere che si avvicina ad Abbabula un pubblico nuovo, più giovane ripaga lo sforzo fatto per tentare di rinnovarci sempre, continuamente. Il festival Abbabula ormai appartiene alla tradizione ed è un appuntamento fisso nell’agenda di molti appassionati, ma per continuare a crescere ha bisogno di non stare mai fermo, di adeguarsi ai cambiamenti della scena locale e nazionale, senza mai rinunciare, però, al livello autoriale e alla qualità delle proposte»

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