La Nuova Sardegna

«Partirà da Nuoro la nuova stagione del turismo colto»

Paolo Curreli
Luigi Fassi
Luigi Fassi

Il direttore del Man svela i progetti per il museo: «Saremo finanziati dal fondo americano Artis» 

26 luglio 2018
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NUORO. Chiusa con successo – oltre 5.000 visitatori – la mostra di Hans Peter Feldmann al Museo Comunale di Gavoi durante il festival L’isola delle storie, con cui Luigi Fassi ha scelto di aprire la programmazione della sua direzione del Man, il giovane direttore piemontese è pronto per illustrare l’offerta che il museo nuorese offrirà da novembre. «La partecipazione al festival di Gavoi ha rafforzato in me l’idea che Nuoro e la Barbagia abbiano oggi più che mai la responsabilità di attivare, a partire dal proprio territorio, esperienze di sperimentazione culturale a tutti accessibili – spiega Fassi –. L’Isola delle storie, ma anche l’interessante caso dell’Isre con il festival cinematografico IsReal, diretto da Alessandro Stellino, sono esperienze che mi hanno sorpreso per la loro altissima qualità e con cui continueremo a collaborare per rilanciare progettualità condivise. Assieme al Man, il festival di Gavoi, e IsReal costituiscono delle realtà capaci di accelerare processi di innovazione culturale e quindi sociale, che da Nuoro si diffondono nelle altri parti della regione. Nel raggio di pochi chilometri si gioca un’idea di sviluppo che può essere alternativa alla sola offerta del turismo balneare: Nuoro da questo punto di vista rappresenta un territorio chiave, un’idea di Sardegna che vuole essere autenticamente innovativa». In fondo, nelle parole di Fassi, si coglie l’esigenza di chiedere a Nuoro di essere sé stessa. Al di fuori delle mitologie (e dei luoghi comuni) dell’Atene sarda, la città resta un sorprendente e concreto laboratorio di idee.

«È proprio l’idea di laboratorio culturale quella a cui bisogna dare spazio, per favorire una maggiore consapevolezza di ciò che la Sardegna sa pensare e creare – precisa il direttore del Man –. Perché le spiagge, per quanto importanti, non sono un “prodotto”, e il dna culturale della Barbagia è uno dei più preziosi patrimoni dell’isola, una delle vere chance di futuro concreto per il territorio. Non esistono infatti aree europee economicamente dinamiche prive di un solido sostrato di produzione artistiche e culturali. Le seconde sono anche una premessa delle prime». Una risposta allo spopolamento e alle nere previsioni demografiche. «Certo, ed è un fatto che il ruolo del Man di catalizzatore di qualità artistica sia confermato dalla sua appartenenza all’Amaci – l’associazione dei musei di arte contemporanea italiani – l’unico della Sardegna e uno dei pochissimi del Sud Italia. E’ uno straordinario caso di eccellenza culturale che il Man deve saper valorizzare e ulteriormente sviluppare». Idee chiare, obiettivi precisi e un calendario serrato. «Abbiamo aperto, con un opening molto seguito, la sezione del museo che dà su Piazza Satta – sottolinea Fassi – con gli esiti delle residenze d’artisti sardi e internazionali in partnership con la Compagnia B di Cagliari». L’apertura dello spazio del Man sulla piazza pensata da Nivola era stata bloccata da numerose polemiche, ma il decisionismo del nuovo direttore sembra abbia fissato un punto di non ritorno. Il Man avrà così il suo ingresso anche sulla più famosa piazza di Nuoro.

Per il calendario di proposte invernali Luigi Fassi conferma la visione che ha fatto vincere il suo progetto di gestione: la Sardegna come crocevia del Mediterraneo, un universo che travalica i confini e le prospettive di lettura nazionali. L’Isola vista da Sud e dal profondo Nord, con progetti originali commissionati agli artisti in esclusiva per il Man. Si parte in autunno con l’artista palestinese Dor Guez che presenterà il suo lavoro incentrato sulla diaspora della comunità cristiano-palestinese dalla città di Jaffa. Una storia dimenticata sulle rive del Mediterraneo.

A novembre il Man presenterà anche il lavoro dell’artista François-Xavier Gbrè, originario di Abidjan nella Costa D’Avorio: un viaggio fotografico che affronta le relazioni tra l’Africa Occidentale e la Sardegna, narrando la trasformazione di luoghi, tra emigrazione e spopolamento. Un progetto interessante quanto complesso che è in fase di realizzazione con la presenza dell’artista in Sardegna in questi giorni grazie ad partnership tra il Man e la Sardegna Film Commission. Il progetto di Dor Guez è invece in parte finanziato con un fondo della Fondazione Artis di New York. «Questo è momento storico in cui è necessario saper reperire risorse in modo autonomo operando su più fronti. È la prima volta che questa importante istituzione americana finanzia un museo italiano, e di questo siamo particolarmente orgogliosi» spiega Luigi Fassi. La prospettiva si sposta nel lontano Nord con la collaborazione con il Pori Art museo, il più antico museo finlandese di arte contemporanea, il cui staff in autunno verrà a Nuoro per sviluppare un rapporto strategico con il Man.

Un mondo lontano quello finlandese, ma che ricorda, tra bassa densità di popolazione e la storia antica dell’allevamento nomade, la mediterranea Sardegna. Intanto la bella mostra “La Bohème. Henri de Toulouse-Lautrec e i maestri di Montmartre” visibile fino a ottobre, sta arrivando agli ottomila visitatori nel primo mese di esposizione. È un anticipo delle mostre sui nomi storici che il Man continuerà ad ospitare. Nell’occasione il museo nuorese, in linea con l’offerta ormai stabile in tutti i musei del mondo, propone una bella scelta di merchandising, editoria, magliette e borse ispirate dalle esposizioni in corso e allarga le traduzioni dei cataloghi e depliant, oltre che all’inglese, anche all’olandese, tedesco e francese con un occhio attento alle nazionalità dei tanti visitatori.



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