La Nuova Sardegna

Piergiorgio Pulixi: l’arte (e la fatica) di presentare libri

di Fabio Canessa
Piergiorgio Pulixi: l’arte (e la fatica) di presentare libri

Parafrasando un vecchio successo di Luca Carboni, ci vuole un fisico bestiale. Sì, anche per scrivere (e presentare). Perché la disciplina militare necessaria in fase di stesura di un romanzo, anche...

28 luglio 2018
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Parafrasando un vecchio successo di Luca Carboni, ci vuole un fisico bestiale. Sì, anche per scrivere (e presentare). Perché la disciplina militare necessaria in fase di stesura di un romanzo, anche per rispettare scadenze editoriali, non si può abbandonare dopo la consegna del manoscritto. Il lavoro di un autore non finisce lì. Pubblicato il libro, bisogna portare in giro quel figlio partorito dopo mesi davanti al computer a riempire fogli bianchi uno dopo l’altro. Inizia così la seconda parte del lavoro di un romanziere, quella delle presentazioni. Chiedere a Piergiorgio Pulixi, abituato a tour intensivi dopo ogni pubblicazione. Con uno spazio speciale dedicato alla sua Sardegna, dove ha lo zoccolo duro dei lettori. L’uscita strategica alla fine della primavera annuncia così, per il prolifico e apprezzato autore cagliaritano, sempre un’estate in viaggio tra festival (tra i prossimi Florinas in Giallo il 10 agosto) e appuntamenti organizzati con le librerie di tutta l’isola.

Il tour, che attraversando varie città della Penisola conta 85 date da giugno a settembre, è iniziato poco dopo l’uscita del nuovo romanzo, intitolato “Lo stupore della notte” (Rizzoli) dove racconta una storia, tra il thriller e lo spionaggio, con protagonista un commissario donna. «Per prepararmi al tour – sottolinea Pulixi – ho fatto un periodo di allenamento in cui andavo a correre tutti i giorni e in palestra. Ci vuole anche molta energia fisica perché ci sono tragitti lunghi da fare in macchina e bisogna essere disponibili a parlare con tante persone. I lettori meritano di trovarti sempre in forma, non stanco e svogliato. Inoltre spesso si fa tardi andando a cena dopo la presentazione e magari il giorno dopo c’è un altro appuntamento. Devi essere pronto fisicamente». L’attività sportiva lo scrittore cerca di farla anche durante l’estate, pur con le maggiori difficoltà legate agli impegni con il tour: «Andare a correre è più complesso, però mi piace nuotare quando riesco a ritagliarmi qualche momento per il mare». Da sardo che vive fuori, da qualche tempo a Milano dove ha ambientato “Lo stupore della notte”, quando torna nell’isola cerca di goderselo il più possibile. Anche se il tempo libero è poco. Lo scrittore non è mai totalmente in vacanza e sta già lavorando al prossimo romanzo che, anticipa, porterà i lettori proprio in Sardegna.

«In tour è più difficile, però cerco di alzarmi molto presto. Quindi intorno alle 5.30 per scrivere almeno un paio d’ore. Poi sbrigo altre faccende legate alla documentazione o al rispondere alle mail. A quel punto, prima di organizzare la trasferta verso il luogo della presentazione serale, se riesco vado al mare. Aiuta comunque anche a pensare. Spesso non essendo immersi direttamente nella scrittura, ma facendo altro, arrivano buone idee». Parlare del mare riporta Pulixi anche indietro nel tempo, alle estati da adolescente quando senza gli impegni scolastici poteva alimentare più liberamente la sua passione per la lettura: «Passavo le mie estati a Costa Rei, un posto dove ancora oggi trovo pace e quando ho qualche problema di trama, qualche difficoltà, se mi trovo in Sardegna mi capita di andare lì e passeggiando su quella bellissima costa, sulla battigia, ritrovare un po’ me stesso e snodi di trama che magari non riuscivo a vedere prima». Tra gli scrittori associati a quelle estati, Pulixi non ha dubbi sul nome del preferito: Stephen King. Dal romanzo cult “It” alla raccolta di racconti “Stagioni diverse”. «Dove si trova anche il racconto da cui hanno tratto il film “Stand by Me”. Mi sentivo come i ragazzi di quella storia che hanno davanti un’estate da riempire e Costa Rei era un luogo che, con le sue colline non lontane dal mare, mi ricordava un po’ la Castle Rock descritta da Stephen King». Tra i libri letti più recentemente consiglia invece “L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel, accoppiata perfetta con il suo “Lo stupore della notte” che sta andando molto bene. Nella normale vendita e in quella legata alle presentazioni che in queste settimane lo stanno portando a girare un po’ tutta la Sardegna, grazie a una collaudata sinergia con i librai.

Negli spostamenti da un posto all’altro, immancabile in auto un po’ di musica. «Ho una grande passione per i Doors e Jimi Hendrix, ma spazio tantissimo. Per il libro ho creato una playlist, che si può ascoltare gratis su Spotify, con brani blues, di classica e jazz, ma anche di Salmo e Mina». Un regalo ai lettori per descrivere in musica le atmosfere raccontate con le parole. «Si è formato intorno ai miei libri una bella comunità di lettori. Tornano alle presentazioni, con molti c’è ormai un rapporto di amicizia. Mi portano bottiglie di vino che hanno come etichetta la copertina di un mio libro. Una volta anche una torta con tutte le copertine disegnate sopra. E poi con i social c’è la possibilità di restare in contatto. Spesso mi consigliano storie che hanno vissuto o sono legate al loro paese. E per me che faccio un genere come il noir mediterraneo, strettamente connesso con la realtà, diventano fonti d’ispirazione».

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