La Nuova Sardegna

Lo studio Una rete monitora lo stato degli ecosistemi 

La voce del mare di Tavolara

La voce del mare di Tavolara

Anche il mare ha una sua voce. E così l’Area marina di Tavolara ha deciso di mettersi ad ascoltarla. Tutto questo attraverso il progetto “Calme”, che promuove una rete acustica di sorveglianza dei...

28 luglio 2018
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Anche il mare ha una sua voce. E così l’Area marina di Tavolara ha deciso di mettersi ad ascoltarla. Tutto questo attraverso il progetto “Calme”, che promuove una rete acustica di sorveglianza dei fondali marini. L’obiettivo è monitorare lo stato degli ecosistemi attraverso i suoni. Si osserva così sia l’attività biologica che quella umana, cercando anche di stabilire degli indici di impatto acustico sulla fauna. Insomma, un modo per mantenere il più intatto possibile il paradiso ambientale anche dal punto di vista acustico. Il progetto “Calme” nasce insieme all’istituto di ricerca Chorus. L’Amp ha aderito alla creazione di una rete di sorveglianza acustica che è iniziata nel 2015 con il posizionamento di tre registratori a Marsiglia, a Calvì in Corsica e a Cala Gonone. Pochi giorni fa un registratore è stato posizionato a Tavolara, nei fondali della Secca del papa. Uno strumento ultra tecnologico (foto) che consente di registrare i suoni dei fondali sottomarini. E quindi i suoni emessi da invertebrati e da pesci ma anche da gommoni, barche e traghetti. «L’obiettivo è utilizzare i dati ricavati per la misurazione dell’impatto antropico – spiega Lucia Di Iorio, referente di Chorus –. I dati di Tavolara saranno inseriti all’interno del progetto “Marine strategy”, che punta a ricavare gli indici acustici sulla qualità dell’habitat sottomarino e creare, quindi, un sistema di sorveglianza che valuti la qualità biologica e il livello di protezione dell’area». A Tavolara il sistema dei registratori era stato sperimentato già nel 2016. Pochi giorni fa, durante un appuntamento del progetto “Tavolara lab”, è stato trasmesso un video con la riproduzione dei suoni sottomarini. Tra i protagonisti delle riprese anche la Cernia bruna. Una specie a rischio per la quale l’Amp, diretta da Augusto Navone, ha dato vita a una serie di iniziative scientifiche.

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