La Nuova Sardegna

Simposio internazionale: le pietre colorate brillano a Ploaghe

di Mauro Tedde
Simposio internazionale: le pietre colorate brillano a Ploaghe

L’ex convento di Sant’Antonio ospita sino al 15 agosto nove artiste provenienti da tutto il mondo

01 agosto 2018
3 MINUTI DI LETTURA





L’austero e silenzioso porticato dei monaci dell’ex convento di Sant’Antonio, a Ploaghe, in questi giorni brulica di gente. Un via vai di persone intente a curiosare attorno alle nove artiste arrivate da diverse parti del monto per partecipare al terzo simposio internazionale di Mosaico contemporaneo promosso dall’associazione culturale Sardinia Contemporary Mosaic&Art e dal Comune di Ploaghe.

Sono tutte donne le mosaiciste che hanno raccolto l’invito del direttore artistico Giulio Menossi e che lavorano alle loro incredibili creazioni per le quali utilizzano una variopinta varietà di piccole porzioni di vetro e smalti dai mille colori ma anche di materiali che andranno a far parte dei loro stupendi mosaici. Ognuna di loro ha il suo tavolo di lavoro e i suoi attrezzi e già si intravvedono le prime forme che hanno voluto dare ai loro lavori per questa nuova rassegna che diventa ogni anno sempre più importante dal punto di vista artistico e non solo. Lavoreranno insieme e vivranno insieme sino al 15 agosto quando le loro opere saranno definitivamente realizzate e andranno ad implementare la già ricca esposizione delle opere realizzate nelle due precedenti edizioni.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.17116349:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.17116349:1653500444/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Il tema scelto quest’anno è “Percorsi, Orditi e Trame, frammenti di colore dalla terra” ma la curiosa novità è che ad ognuna delle artiste è stato consegnato un cofanetto che contiene piccoli oggetti del territorio (sughero, tessuti, pietre, fossili) che dovranno essere inseriti nel mosaico e che andranno a far parte delle opere così da renderle davvero uniche e con un grande valore identitario. Il simposio di Ploaghe nasce nel 2016 come una scommessa, come un gioco per far conoscere la Sardegna a dieci artiste che arrivavano da tutto il mondo. Poi è arrivata la seconda edizione quasi a sfidare la sorte. «Ma questa terza edizione è il vero inizio di un percorso importante – spiega Giulio Menossi – perché il semino piantato il primo anno comincia a germogliare e dare i primi frutti. Il nostro sogno diventa insomma sempre più concreto e reale. La location è straordinaria e questo posto incantato potrebbe diventare un luogo dove esporre tutte le opere realizzate ma anche un luogo a livello internazionale per il mondo del mosaico».

Ipotizzando in effetti solo altre cinque edizioni del simposio si arriverebbe a 50 mosaici realizzati da artiste di tutto il mondo e attualmente un luogo così, una collezione di questa portata non esiste al mondo se non a Ravenna che è la capitale mondiale del mosaico. «Il simposio di Ploaghe in effetti diventa ogni anno qualcosa di più – prosegue Menossi – e Ploaghe ha già ospitato a maggio corsi con allieve arrivate da ogni parte del mondo. Pensiamo di organizzare workshop e iniziative dedicate ai ragazzi, come quella già realizzata con gli ospiti della San Giovanni Battista».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.17116350:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.17116350:1653500444/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Anche il maestro Menossi lavora ad una sua opera al fresco delle antiche arcate di tufo del chiostro dove Caitlin Hughes, che arriva dall’Australia, Gila Rayberg e Kimberly Emerson, entrambe degli Usa, Julie Edmunds che viene invece dall’Inghilterra e Mieke Ceusters e Mireille Swinnen, entrambe del Belgio, scambiano esperienze e ispirazioni con Neriman Guzel che arriva dalla Turchia e con Stefania Giacomuzzi, nome italianissimo, ma proveniente dal Venezuela. Tagliuzzano i loro stupendi frammenti di vetro per incastonarli poi sulla malta e dare forma alle loro idee e alle loro visioni. Kina Bogdanova è bulgara ma vive da anni in Italia e ha visto per la prima volta la Sardegna: «Avevo sentito sempre belle cose della vostra isola ma quando sono arrivata ne sono rimasta incantata. I paesaggi, il mare, la gente, la Sardegna stessa è un autentico e immenso mosaico di colori, di storia e di bellezza. Io vengo dalla pittura ma il mosaico è una conseguenza, un arricchimento e attraverso questi nuovi materiali trovo stimoli e fantastiche motivazioni».

Fabiano Salvador e Antonia Masala, dell’associazione culturale Sardinia Contemporary Mosaic&Art, coccolano e non fanno mancare niente alle loro artiste. Anche per loro un sogno prende forma e si concretizza con questo accattivante confronto fra culture che l’arte e il variegato mondo del mosaico riesce a creare.
 

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative