La Nuova Sardegna

Tutti in posa a Banari per la foto da record

Tutti in posa a Banari per la foto da record

Ed eccoci arrivati. Domani pomeriggio, alle 18.30, tutti gli abitanti di Banari si metteranno in posa, in piazza San Giacomo per essere fotografati da Marco Ceraglia in quella che potrebbe essere il...

03 agosto 2018
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Ed eccoci arrivati. Domani pomeriggio, alle 18.30, tutti gli abitanti di Banari si metteranno in posa, in piazza San Giacomo per essere fotografati da Marco Ceraglia in quella che potrebbe essere il più grande ritratto di gruppo del mondo. All’insieme si uniranno tutti i banaresi della “diaspora”, quelli che sono andati via dal paese, talvolta molti anni fa, per andare a cercare lavoro e fortuna lontano dall’isola. In questi giorni stanno arrivando tutti, alcune decine di persone, da ogni parte del mondo; dall’Australia e dagli Stati Uniti, dalla Svizzera e dalla Germania, da Genova, Milano e da altre regioni d’Italia. Sarà un raduno che a qualcuno ricorda il giorno del Giudizio Universale. La differenza consiste nel fatto che i presenti all’evento di Banari sono tutti viventi. Ha ragione il pittore Giuseppe Carta: fino a qualche anno fa il raduno dei banaresi si faceva per la festa del patrono, Santu Larentu, San Lorenzo, il 10 agosto. Ora non è più cosi. «Sarà una grande festa dice l’artista – e nessuno per nulla al mondo si vuole perdere l’appuntamento».Carta ha rinunciato a un impegno di lavoro in Cina, pur di partecipare all’evento. E come succede nelle occasioni importanti si metterà il più bel papillon della sua collezione. E l’abito buono delle cerimonie lo tireranno fuori anche gli altri banaresi. Perché quella foto è destinata a essere vista da molti e in tutto il mondo. In prima fila ci saranno gli anziani e le persone meno atletiche, dietro tutti gli altri, secondo una regia alla quale da un anno lavora il fotografo Marco Ceraglia insieme all’associazione culturale “Ordinari mai” e all’amministrazione comunale capitanata da Antonio Carboni. Il lavoro di preparazione dell’evento dura da mesi. Tutto il materiale raccolto servirà per preparare un film, un libro e la mostra che racconteranno l’evento. Stremato, Ceraglia, è soddisfatto del risultato ottenuto finora. «Volevo contribuire a sconfiggere il clima di rassegnazione che spesso caratterizza il comportamento di molti di noi – dice il fotografo–. Come? Attraverso la condivisione di un’idea, un progetto, un’iniziativa. Banari è un pretesto. Potevamo scegliere un qualunque altro centro sardo o del Meridione. L’importante è attivare un circolo virtuoso che coinvolga gli abitanti. E magari questo serve di stimolo anche ai politici. Se ci si riesce si possono affrontare problemi seri, anche quello dello spopolamento dei paesi dell’interno dell’isola».

Un entusiasmo e una curiosità, quello che ha creato il progetto di Ceraglia che ha contagiato oltre agli organi di informazione anche persone diverse. E domani, ad assistere all’evento a Banari, ci saranno curiosi e turisti. «Banari è un paese che mi è sempre piaciuto – dice Giuseppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna–. Gli abitanti sono ospitali, l’aria che si respira è buona quanto le meravigliose cipolle che produce. E poi nel paese si possono ammirare le opere di Giuseppe Carta, un artista che va ben oltre i confini dell’isola e dà lustro all’Italia nel mondo». Tra i curiosi che non vogliono mancare l’appuntamento di Banari ci saranno anche il gruppo musicale dei Bertas. «Di paesi belli in Sardegna ce ne sono tanti – dice Mario Chessa, storico componente della band – Banari, però, ha qualcosa di speciale. Pur avendo pochi abitanti, in tutti questi anni ha animato delle iniziative culturali di livello simile a quelli di città importanti e ricche. Come si fa a non amare un paese così?».



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