La Nuova Sardegna

Le vacanze semplici di Lorella Cuccarini, una sarda a metà

Alessandro Pirina
Le vacanze semplici di Lorella Cuccarini, una sarda a metà

«Amo il mare di Berchida, i ravioli con la menta, le vendemmie nella vigna di mio marito. E Morandi mi ha fatto scoprire Carloforte»

11 agosto 2018
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Nell’immaginario collettivo la vacanza del vip in Sardegna è fatta di feste, aperitivi e discoteche. Sempre con l’obiettivo del paparazzo puntato addosso. Per Lorella Cuccarini la Sardegna invece fa rima con mare, vendemmia e famiglia. Il tutto lontano da occhi indiscreti. Da quasi trent’anni la star della tv - e non solo - è di casa nell’isola. Il marito, il produttore Silvio Capitta, in arte Testi, infatti è originario di Siniscola. Ed è qui, tra le spiagge e le campagne della Baronia che almeno una volta all’anno la più amata dagli italiani si ritaglia una breve vacanza insieme alla famiglia.

Lorella, qual è il suo primo ricordo della Sardegna?
«Avevo 11 anni, mio padre faceva l’accompagnatore di una squadra di calcio di serie D, la Tuscania, ed ero venuta con lui in trasferta a Cagliari. Era la prima volta che prendevo l’aereo. Non immaginavo che anni dopo sarei diventata anch’io un po’ sarda…».

Nel 1991 il matrimonio con Silvio Testi.
«Già, ho sposato un sardo e di fatto anche io mi sento un po’ sarda d’adozione. È stato allora che ho iniziato a frequentare l’isola. Appena ci siamo sposati per un breve periodo abbiamo avuto una casa nella zona di Porto Cervo. Ricordo estati bellissime. E poi ovviamente Siniscola, a casa di Silvio. Oggi non ci sono più i miei suoceri, c’è Simonetta, mia cognata, con la sua famiglia. Purtroppo non riusciamo a venire quanto vorremmo».

Quali sono le zone dell’isola che le piacciono di più?
«Non la conosco tutta, sono stata soprattutto nella parte orientale, dalla Costa Smeralda alla Baronia. Quando due mesi fa sono stata a Carloforte per girare con Gianni Morandi “L’isola di Pietro” era la mia prima volta nel sud, a parte una toccata e fuga a Cagliari due anni fa con il teatro. A Carloforte sono stata appena due giorni, ma mi basta per dire che è un posto unico».

Qual è la sua vacanza tipo in Sardegna?
«Noi abbiamo la bellissima tradizione della vendemmia. A Siniscola il papà di Silvio aveva una casa in campagna con un vigneto. Quando è venuto a mancare abbiamo deciso di portare avanti la tradizione. Ci ritroviamo lì una volta all’anno, beviamo il vino che ci accompagna tutto l’inverno e trascorriamo insieme due giorni speciali».

Le piace il mare?
«Tantissimo. In Sardegna ci sono spiagge uniche. Quando avevamo la casa a Porto Cervo bastava prendere la barca e ogni punto era buono per fare un tuffo. Il mare è meraviglioso ovunque. Lo stesso discorso vale per la zona di Siniscola. Penso solo alla spiaggia di Berchida, alle sue dune di sabbia bianchissima e alla sua acqua trasparente. Sembra di stare nel deserto. Soprattutto nei periodi di bassa stagione. Alcune volte abbiamo trascorso la Pasqua a Siniscola: una magia incredibile».

E la cucina sarda?
«Mamma mia quanto mi piace. Non solo i piatti, ma proprio gli ingredienti sono speciali. Il formaggio, per esempio. Io ne mangio poco perché non bisogna esagerare, ma a quello sardo, anche se sono a dieta, non riesco a resistere. Ma adoro anche il porcetto, il pane carasau. E poi i ravioli tipici della zona di Siniscola, con patate e menta. I miei figli ne vanno ghiotti. Quando mia cognata sa che andiamo a trovarla ce li fa trovare sempre a tavola».

È mai stata al Billionaire?
«Della Sardegna ho sempre amato di più la parte naturalistica. E poi io non sono una da locali notturni. La Sardegna mi piace viverla la mattina presto, con mio suocero andavamo a pescare: ricordo ancora delle albe speciali. Insomma, la vita notturna non fa per me. Sono stata allo Smaila tanti anni fa. Lo ricordo perché è stata l’unica volta. E poi locali li trovi dappertutto, mentre il mare della Sardegna a Roma e Milano non c’è».

A settembre torna in tv nella fiction di Canale 5 “L’isola di Pietro”.
«È un personaggio nuovo, Isabella, la mamma di Matteo, interpretato da Federico Russo, già presente nella prima serie. È una mamma particolare, che ha un rapporto complicato con il figlio…».

Sul set ha ritrovato Gianni Morandi, con cui aveva già lavorato in “Uno di noi”.
«Insieme avevamo fatto solo intrattenimento, per la prima volta recitiamo in una fiction. A Gianni mi accomunano tante cose: la professionalità, il rapporto con le persone. Gianni è un esempio. Oggi incontriamo personaggi che sono diventati popolari in due minuti e se gli chiedi un autografo o una foto sbuffano. Uno come Gianni, nonostante tanti anni di carriera, non perde mai la pazienza, il sorriso. Io mi sento molto simile a lui, perché noi dobbiamo essere sempre grati al pubblico. Senza non esisteremmo».

Se Lorella avesse 18 anni oggi parteciperebbe a un talent show?
«Non ho la mentalità di una diciottenne ed è difficile calarsi in quella dimensione. Ma se avessi difficoltà a emergere credo che sfrutterei altre possibilità. Oggi i giovani hanno il mondo a disposizione, è più semplice fare una audizione a Monaco o a Madrid. Ci sono tanti ballerini che si affermano all’estero. Io credo che sarei appartenuta a quella categoria. Se non avessi trovato spazio in Italia per affermarmi sarei andata a cercarlo fuori, sarei partita per costruirmi una professionalità e poi sarei tornata in Italia con un certo background. I talent invece durano il tempo di una stagione».

Fantastico, Buona domenica, Paperissima, Sanremo da conduttrice e da cantante, Domenica in, le fiction, milioni di dischi venduti, tanto teatro. Cosa manca nella carriera di Lorella Cuccarini?
«Manca sicuramente il cinema, ma non è detto che ci debba essere. In Italia siamo abituati a ragionare per compartimenti, o fai l’uno o fai l’altro. Ma lo spettacolo è spettacolo. Come ci insegnano gli americani. Pensiamo a Jennifer Lopez: ha iniziato con la tv, poi ha avuto successo con la musica e il cinema. Nessuno ha detto che non avrebbe dovuto, si è costruita una carriera a 360 gradi. Il mio intento era appunto questo, fare spettacolo. Ci sono ambiti in cui sono riuscita più di altri. Il cinema non è stato tra questi, quello che mi è stato proposto non era stimolante. Ma per il futuro non mi pongo limiti».

Conti ha rifatto la Corrida, la Clerici riporta in tv Portobello e la Venier ritorna a Domenica in. A questo punto perché non Fantastico con la Cuccarini?
«Riportare il varietà in tv mi piacerebbe tantissimo, è ovvio. E siccome sognare non costa nulla io lo faccio in grande: se dovessi rifare Fantastico come compagno vorrei Fiorello. Quando ci siamo incontrati in scena ci siamo sempre trovati bene, tra c’è un ottimo feeling. Anche se Fiore con la tv ha un rapporto di amore e odio…».

C’è una nuova Cuccarini?
«Ci potrebbe anche essere ma non ci sono più le opportunità per diventare Lorella. Io ho vissuto un momento televisivo specialissimo, ho avuto un pigmalione come Pippo che ci ha creduto e mi ha protetto. Oggi se dovesse lanciare un personaggio manca il programma adatto, non c’è lo spazio. Nei talent ci sono ballerine brave ma non sono protette. Il problema dei ragazzi dei talent è che dopo un anno vengono soppiantati dai nuovi protagonisti. Non possono godere di quella grande popolarità che ho avuto io negli anni Ottanta».

I progetti di Lorella?
«A fine settembre in tv con “L’isola di Pietro” su Canale 5. Poi da metà ottobre riprendo il tour teatrale di “Non mi hai più detto ti amo” con Giampiero Ingrassia. Quest’anno arriviamo anche a Roma, al teatro Olimpico dal 20 novembre».

E in Sardegna?
«Per il momento non è prevista, spero l’anno prossimo».

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