La Nuova Sardegna

Enrico Montesano: «Ad Alghero torno col Conte Tacchia»

Enrico Montesano: «Ad Alghero torno col Conte Tacchia»

L’attore romano innamorato della città catalana dove ha trascorso una vacanza. Ha apprezzato l’artigianato e gustato le specialità

13 agosto 2018
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In tenuta ginnica con cappellino Colnago o elegantemente in bianco lino per combattere il caldo, Enrico Montesano ha passeggiato per le vie di Alghero per l’intera settimana. Una vacanza che ha confermato per il terzo anno il suo amore per la città, la sua cultura e le sue tradizioni. «È un luogo molto interessante - racconta il comico romano - con un centro storico che è rimasto intatto, affascinante, che pulsa di storia e dal quale è facilmente raggiungibile anche la natura incontaminata, il mare e tutte le bellezze che una persona sogna in vacanza».

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Punteggio pieno alla cittadina che l’ha ospitato con allegria come ogni anno. «Alghero e la Sardegna si raccontano in tanti modi e quest’isola riesce a trasmettere tanto con l’artigianato - prosegue l’attore -. Ho acquistato alcune maschere dei mamuthones molto belle. Penso che sia un modo di comunicare la propria cultura, come con il cibo. Io sono diventato vegano ma in realtà sono più un vegetariano con delle deroghe. Sono arrivato alla cucina vegana per problematiche di salute ma qui, dopo gli spaghetti con le verdure e la pasta fresca non ho saputo resistere ai formaggi. Perché quando ti presenta il formaggio con il miele - sorride il comico - non si può dir di no e anche il pesce fatto alla griglia, dopo che l’abbiamo preso in barca come si fa!». Lo sceneggiatore che ha raccontato uno spaccato italiano dagli anni Ottanta in poi ritorna alla Sardegna, all’isola che ha una storia da comunicare e che deve investire molto di più sulla sua cultura e storia. «Quasi tutti i giorni - spiega - passavo di fronte alla torre Sulis e mi sono abbandonato alla curiosità di conoscere di più di questo eroe sardo che si è battuto contro i francesi. Mi sono messo a studiare la sua vita: è così che nascono i copioni e le storie». L’avventuriero, il capopopolo, Vincenzo Sulis, il figlio povero della Sardegna, ha incantato il re del teatro romano per la sua vita travagliata che da uomo d’onore, fedele alla sardità è divenuto l’ergastolano che ha lasciato ai posteri le sue memorie e i suoi insegnamenti. Accanto alla storia di Sulis, Montesano approfondisce la storia della città vecchia acquistando libri per studiarne le diverse epoche e dominazioni. «Sapere e conoscere le tradizioni di un’isola come la vostra, che è rimasta vergine e pulita è importante - suggerisce Montesano -. È una storia che bisogna raccontare perché la Sardegna non va vissuta solo in estate ma durante tutte le stagioni. Io personalmente non ho visto tutto di Alghero - sorride -, mi riservo sempre di lasciare qualcosa da vedere così ho la scusa per tornarci ogni anno. L’obiettivo per il prossimo anno, per esempio, è arrivare in bicicletta fino a Capo Caccia, qualche chilometro in più ogni anno per conoscere il Parco. Quest’anno non sono mancate le gite in barca e gli incontri con le persone che vivono in questo bellissimo posto». Si viaggia non solo con le persone ma anche nelle persone e conoscendo e osservando si assimila la collettività che fa nascere le storie. «Lo spirito di osservazione è necessario nello spettacolo - spiega Enrico Montesano - ed è vedendo e assorbendo tutta l’umanità che ci circonda che nascono quelle storie che creano un comico o un testo teatrale». Dopo la vacanza sarda, Enrico Montesano si prepara al lavoro autunnale. Si ritorna in teatro e ci si prepara al grande debutto del Rugantino quarant’anni dopo. La commedia musicale scritta da Garinei e Giovannini sulle musiche di Armando Travajoli, sarà in scena al Teatro Sistina di Roma dal 20 dicembre per tutte le vacanze natalizie. La spacconeria della maschera romana sarà interpretata da un Montesano maturo, attento ai dettagli e sicuro di sé, che già nel 1978 aveva ricevuto ovazioni per l’ottima performance in sostituzione del grande Nino Manfredi. Il teatro fa cultura e racconto, conserva le tradizioni. «Credo che Alghero sia culturalmente pronta per investire su se stessa e ciò che manca, secondo me, sono i collegamenti, i contatti per poter attrarre grandi spettacoli e una ricca stagione teatrale - spiega Montesano -. Io da febbraio sono nuovamente in tournée con Il Conte Tacchia, non mi dispiacerebbe allungare il percorso inserendo anche Cagliari, Sassari o Alghero. So che qui in centro c’è un antico teatro ligneo, la facciata è bellissima ma purtroppo non ho mai avuto l’opportunità di vederlo all’interno. Se il sindaco o l’assessore hanno piacere e sono interessati - suggerisce Enrico Montesano - io sono a disposizione per incontrarli e parlare di un cartellone teatrale per Alghero».
 

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