La Nuova Sardegna

Orgosolo, l’arte sui muri

Nino Muggianu
Orgosolo, l’arte sui muri

Nel paese della Barbagia il maestro Del Casino ha realizzato undici nuove opere di cui alcune dedicate a donne “speciali” care alla comunità

14 agosto 2018
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ORGOSOLO. Il grande museo all’aperto dei murales di Orgosolo si arricchisce di undici nuove opere del suo fondatore, il maestro Francesco Del Casino, più sei restaurate. Sono murales dedicati a due grandi della Sardegna come Antonio Gramsci e Grazia Deledda, ma anche a due donne che hanno fatto parte della storia paese, una levatrice e un’artigiana. Cittadino onorario di Orgosolo e amatissimo da tutta la comunità, l’artista senese con i suoi murales di protesta e politici, a partire dal 1964 ha reso famoso Orgosolo in tutto il mondo riuscendo nell’impresa di slegarlo dalla funesta immagine delle cronache giudiziarie. Eppure, vincendo un concorso per una cattedra da insegnante, aveva scelto il centro barbaricino, come lui stesso racconta, «sulla suggestione del film di Vittorio De Seta “Banditi a Orgosolo”».

In paese è arrivato una decina di giorni fa per realizzare un progetto sui grandi fotografi che nel tempo hanno immortalato le sue opere ma quel progetto è stato annullato per un lutto che ha colpito tutta la cittadinanza, allora i lavori sono andati avanti con altri obiettivi non preventivati. Due le dediche ad altrettante donne del paese su richiesta dei ragazzi della Leva 88. che lo hanno aiutato nei lavori insieme con Teresa Podda, artista restauratrice che da sempre “coccola” i murales difendendoli dagli insulti del tempo.

Al centro di uno degli affreschi, realizzato nei pressi della chiesa dell’Assunta, c’è Zia Itriedda Ispina (Itria Spina), la storica levatrice del paese scomparsa negli anni Settanta. Un altro murale è dedicato a zia Marianzele Asprone, una bravissima sarta considerata una maga del ricamo. Ogni anno Orgosolo conta oltre centomila presenze turistiche, richiamate in particolare dai murales.
 

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