La Nuova Sardegna

Riccardo Cadoni: «A Pechino in bici per cucinare»

Luca Urgu
Riccardo Cadoni: «A Pechino in bici per cucinare»

Dalla trattoria di Magomadas ai lunghi viaggi in tutti i continenti per assorbire modi e suggestioni delle vite quotidane di mondi lontani

27 agosto 2018
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«Ajò da Riccardo». È il leit motiv della gente di Planargia che nella trattoria di Riccardo Cadoni, a Magomadas, da 40 anni trova sempre porte aperte, cortesia e ottimo cibo. Ma da una decina d’anni quell’invito ad andare, in uno slang inconfondibile e tutto sardo, lo chef lo ha rivolto a se stesso. Riccardo, che in passato è stato un turista, piano piano è diventato un viaggiatore. Acquisendo una consapevolezza sempre più profonda della differenza tra i due status. Così lo chef viaggiatore meta dopo meta ha guadagnato il rispetto della gente che abita i territori che attraversa, perché nel suo modo di percorrere i continenti, in condizioni spesso estreme e non comunque facili e comuni, c’è la calma e i modi di chi vuole conoscere e scoprire nuove culture. Con la stessa delicatezza e gusto di chi per una parte dell’anno assembla sapori, rielabora antiche ricette e attinge da quell’enorme tesoro che è il territorio con i suoi prodotti unici. Europa, Asia, Africa, Balcani, Medio oriente sono gli spazi che ha toccato in questi ultimi dodici anni di riconversione meditata al viaggio esperenziale, quasi mistico a stretto contatto con la natura e con chi abita quei territori.

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Dopo i primi viaggi sempre in solitaria a piedi in Spagna, dove tutto ebbe inizio con il camino di Santiago, Riccardo decide di passare alle due ruote. Una bicicletta che non si ferma mai che contiene bagagli, tenda e viveri e che con gli anni diventa sempre più sofisticata. L’ultima a tre ruote e con la pedalata assistita era alimentata da un tettuccio a pannelli solari. Un mezzo straordinario assemblato dallo stesso Riccardo che gli ha consentito di attraversare tutti i Balcani, di passare dal caldo al freddo, dal sole alla neve, prima di cadere nella “battaglia” di Atene, quando durante un diluvio una caduta e un fosso ne hanno interrotto il viaggio. «Ho sempre viaggiato molto fin da ragazzino, poi l’ho fatto con la mia famiglia. Ora i figli sono grandi e ho tutto lo spazio per me. Ho 70 anni e viaggiare oggi ha un significato particolare. Mi dà un’incredibile sensazione di benessere e mi consente di conoscere tanti mondi e un’umanità che si rivela». Originario di Santa Giusta, moglie di Cuglieri, si è innamorato della Planargia 40 anni fa. Qui ha scelto di vivere e lavorare e sempre qui in queste dolci colline che sovrastano il mare sono nati e cresciuti anche i suoi tre figli, ora tutti fuori dall’isola per lavoro. «In questa zona in pochi metri si scoprono delle diversità incredibili nella lingua, nei sapori e anche nei caratteri delle persone - racconta -, ho scelto un paesino per il ristorante perché ideale per il mio progetto. Volevo fare poche cose, ma bene. Spero di esserci riuscito». La sua cucina rievoca sapori e suggestioni di una volta frutto anche della ricerca sul campo riscoprendo antiche ricette tramandate dalle massaie della zona.

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«La domenica con mia moglie andavamo in giro per i paesini a intervistare le vecchiette che ci raccontavano cosa cucinavano e come lo facevano. Poi nei miei piatti ci sono i sapori di casa e l’impronta di mia mamma che rimarrà per sempre indelebile». Naturalmente ogni viaggio è stato anche una nuova scoperta di gusti e aromi e una profonda lezione di educazione e rispetto. «Viaggiando soprattutto nei Paesi che in occidente vengono definiti erroneamente poveri capisci che nessuno butta via niente, ci sono modi naturali per conservare il cibo. Ovunque mi sono trovato bene, la gente mi ha aperto la loro casa, mi ha dato un letto per riposare, un asciugamano pulito e diviso un pasto anche se era l’unica cosa che avevano». Anche quest’anno quando finirà la stagione Riccardo si preparerà per un nuovo viaggio. Ancora non si sa di preciso l’itinerario ma l’obiettivo è arrivare in Cina, a Pechino. È ancora tutto in fieri ma anche questa volta non c’è fretta, al ristorante di Magomadas (Da Riccardo specialità marinare) si lavora di buona lena con la squadra tutta al femminile di cameriere sorridenti. Piatti semplici ma gustosi con prodotti genuini che fanno la differenza. Riccardo in questo porto di mare dove buongustai locali si mischiano a turisti dagli idiomi più diversi ci arriva in sella alla sua bici ogni giorno dalla vicina Tresnuraghes. E se da alcuni viene visto come uno strano, lui non se ne cura affatto, abbozza un sorriso e si spalancano le istantanee dei suoi viaggi, dove non di rado ha cucinato per accarezzare con la sua professionalità palati sconosciuti in cene improvvisate. «Ne sono sempre più convinto - conclude -, non bisogna vedere più confini ma solo orizzonti».
 

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