La Nuova Sardegna

Orietta Berti a Porto Cervo: «Io? Colleziono canzoni e scarpe»

Gabrialla Grimaldi
Orietta Berti a Porto Cervo: «Io? Colleziono canzoni e scarpe»

La cantante emiliana ha tenuto un concerto per i 50 anni di Stella Maris. E ha festeggiato mezzo secolo di carriera

29 agosto 2018
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Orietta Berti, la cantante con la carriera più mirabolante che si possa immaginare (15 milioni di dischi venduti, quattro dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento) e con il caschetto più longevo della storia dello spettacolo («il taglio me lo fa la Cristina, mia cugina che c’ha il negozio a Cavriago, vicino a dove sto io», spiega con un accento emiliano che fa subito venire il buonumore), ieri è sbarcata in Sardegna, a Porto Cervo, per un concerto che ha celebrato i 50 anni della chiesetta Stella Maris commissionata dall’Aga Kahn all’architetto Michele Busiri Vici.

E mentre si prepara per l’evento nella sua camera d’albergo affiancata dall’inseparabile marito Osvaldo, scambia volentieri due chiacchiere passando con disinvoltura e leggerezza dalla sua collezione di bambole all’analisi del mercato discografico di oggi, dalle vacanze a Los Angeles alla questione dei migranti e delle navi che vagano per i porti o lì rimangono bloccate. «Io la penso come tanti italiani - dice mostrando anche una certa indulgenza rispetto al riferimento scontato alla sua canzone più famosa “Finchè la barca va»... -. Noi non li possiamo mica accogliere tutti. Va bene essere buoni, ma c’è un limite e anche gli altri Paesi europei devono fare la loro parte». E anche su Salvini parte a raffica.

«Salvini mi piace eccome. E anche i Cinque Stelle come lavorano. In poco tempo si sono fatti rispettare in Europa. Era ora». Parole chiare e tonde. Ma c’è da chiedersi come la prenderà Fabio Fazio, conduttore “di sinistra”, che la tiene su un palmo della mano nel programma “Che tempo che fa”, in ripresa su Raiuno il 23 settembre. «Ah, io dico quello che penso, sempre. E poi il problema non è essere di destra o di sinistra, è avere a cuore il bene degli italiani. Non è che ci dobbiamo sempre dare la zappa sui piedi no?». No per carità, e poi Fazio è proprio sulla spontaneità di questa artista amatissima dagli italiani che conta per rendere più appetibile il suo programma. Orietta in tv è una vera e propria mattatrice, un po’ ci è ma molto ci fa, con la sua aria stralunata e allo stesso tempo rassicurante e le generose curve fasciate da bluse di chiffon che non la abbandonano mai, talvolta vezzosa con cappellini azzardati, sempre autoironica.

In Sardegna, dove non tornava da qualche anno, ha portato un completo con i profili verde mare «in omaggio all’isola» e le sue amate scarpe «non come quelle che mi hanno fatto indossare a Ballando con le stelle - ricorda la cantante parlando delle sue esperienze televisive degli ultimi anni -. Avevo le vesciche tutto il tempo sa? Una sofferenza. E poi il ballerino con cui ero in coppia. Gli dicevo: mi devi far volare come una piuma, solo che lui era la metà di me». E scoppia in una risata contagiosa. Poi torna sulle scarpe, una vera fissazione per la cantante di Cavriago, ne ha migliaia in solaio e in garage dove prima ci stavano due macchine e ora solo una. «Ma quelle non si possono usare, hanno tacchi impossibili, le tengo perché faccio collezione». Come quella di bambole che espone nelle camere della sua casa. «Ora me ne sono arrivate una serie dall’America. Sono vestite come Rossella O’Hara in Via col vento, ne ho una per ogni abito che l’attrice ha indossato nel film. Una vera rarità». A pensarci c’è da farsi venire il capogiro, come anche per i carillon, di cui è appassionata, con la statuina di Frank Sinatra che canta i suoi pezzi più celebri. Vabbè, d’altra parte Orietta Berti negli Stati Uniti ha tantissimi ammiratori e le sue vacanze da decenni le trascorre a Los Angeles. «In California ho dei carissimi amici discendenti da una famiglia di ebrei polacchi che fuggirono in Argentina a causa delle persecuzioni razziali. I figli successivamente furono costretti a lasciare quel Paese perché sono gay e oggi vivono felicemente a Los Angeles, sono fra i miei più cari amici e tutti gli anni vado a trovarli».

Una vita piena e ricca, con tante esperienze che le hanno aperto la mente e il cuore, oltre che costellata di successi discografici irripetibili. «Sono stata fortunata - dice la cantante che ha cominciato la sua carriera nel lontano 1961 a 18 anni partecipando al concorso Voci Nuove Disco d’Oro a Reggio Emilia dove è arrivata sesta dietro, tra gli altri, a Paola Neri (prima) e Iva Zanicchi (seconda), mentre dietro di lei si è posizionato Gianni Morandi (nono) -. Ho trovato subito un’etichetta multinazionale, la Polydor, che mi ha proiettato sulla scena internazionale, mi ha procurato contatti fuori dai confini italiani e mi ha consentito di far conoscere le melodie nostrane, che all’estero sono considerate uniche. Allora il mercato discografico era tutto diverso, però. Oggi quei meccanismi non esistono più, non si lavora in equipe e ciascuno corre da solo, sperando di avere successo su youtube. Che poi mica ho capito chi ci guadagna da queste visualizzazioni su internet». Ma non sono problemi che la riguardano. Ieri la piazzetta di Porto Cervo si è riempita di persone fino all’inverosimile e lei, con la sua voce da usignolo, la blusa di chiffon e il caschetto sfilato «dalla Cristina», ha intonato brani famosi in tutto il mondo. «La chiesa ha 50 anni e io celebro 50 anni di carriera in questo posto bellissimo, non posso che essere felice».
 

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