La Nuova Sardegna

I segreti sommersi di un paradiso chiamato Asinara

Roberto Sanna
I segreti sommersi di un paradiso chiamato Asinara

Il progetto del regista sassarese Alfredo Moreno. Le riprese al via alla fine della prossima settimana

07 settembre 2018
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SASSARI. L’Asinara come nessuno l’ha mai vista e, soprattutto, come non è mai stata filmata: è il nuovo progetto firmato dal regista Alfredo Moreno e dalla sua Casablanca Films che la prossima settimana sarà impegnato nelle riprese del documentario “Asinara-Il mondo sommerso”, che in marzo sarà presentato al New York Short Documentary Film Festival, manifestazione alla quale Moreno aveva già partecipato con un suo precedente lavoro.

Per due giorni Moreno e la sua troupe, sette persone in tutto, alloggeranno nelle strutture dell’isola e avranno il permesso di esplorare i fondali di quello che resta uno degli ultimi paradisi del Mediterraneo. Il lavoro verrà realizzato col patrocinio dell’Ente Parco, del Comune di Porto Torres, della Capitaneria di porto, della Guardia costiera e dell’Ente forestale, in collaborazione col Centro didattico di immersione di Tino Scotto, il quale sarà anche il compagno di Moreno nel lavoro sott’acqua. Un lavoro in immersione che di fatto coprirà quasi tutto il film che, per adesso, ha una durata prevista di quaranta minuti effettivi. «Ho cominciato a pensare a questo progetto sei mesi fa – racconta Alfredo Moreno – e a darmi la spinta definitiva è stato l’entusiasmo mostrato dai dirigenti dell’Ente Parco, che mi hanno concesso le necessarie autorizzazioni per le immersioni eper le riprese coi droni. L’idea è quella di coprire tutta la vista dell’Asinara col racconto di una giornata dall’alba al tramonto, raccontando con le immagini l’isola da Punta dei Corvi a Fornelli. Con questo documentario voglio riprendere quella che è una vera e propria “massa di vita”, un’opera che nelle mie intenzioni dovrà servire a educare la gente al rispetto per la natura e in particolare per questo posto meraviglioso. Il novanta per cento delle riprese sarà effettuato sotto il mare a profondità tra i quindici e i venti metri, il restante dieci per cento lo faremo coi droni».

Un lavoro di questo genere non è facile, richiede delle abilità particolari anche dal punto di vista fisico e Moreno ha dovuto sostenere anche preparazione intensa: «Non avevo mai fatto immersioni con le bombole – spiega – e per questo, insieme a Tino Scotto, ho fatto due mesi intensi nelle acque di Alghero per imparare tutte le tecniche e provare anche a effettuare le riprese con la mia telecamera, attrezzata per l’occasione con uno scafandro. Anche questa parte non è stata per nulla semplice, muoversi sott’acqua con un attrezzo pesante quattro kg è molto complicato. Adesso mi sento pronto e sinceramente non vedo l’ora di cominciare le riprese. Anche perché tutto sarà una sorpresa: ho avuto il permesso di immergermi soltanto per tre giorni e ancora non ho sperimentato da vicino questo affascinante set naturale con un immenso tappeto di Poseidonia. Mi sono preparato sempre nelle acque algheresi e adesso non nascondo una certa emozione, stiamo andando a girare un documentario che nessuno ha mai fatto prima».

L’obiettivo del documentario è, come, già detto «prendere questa massa massiccia di vita reale e trasformarla in arte cinematografica. Vogliamo educare, intrattenere, attirare l’attenzione su questioni importanti o anche, più semplicemente, evidenziare le meraviglie della vita acquatica» conclude il regista sassarese. Se non ci saranno intoppi, le riprese del documentario si svolgeranno il 15, il 16 e il 17. Subito dopo comincerà la fase della post-produzione, con l’obiettivo di essere pronti per la prossima primavera a esportare a New York le meraviglie dell’Asinara.

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