La Nuova Sardegna

La musica addobba Seui

Enrico Gaviano
La musica addobba Seui

Due allievi del Conservatorio di Cagliari hanno dipinto e installato in vie e piazze decine di opere ispirate alla rassegna jazz

10 settembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





I volti di tanti musicisti di statura mondiale compaiono lungo le vie di Seui, paese di 1300 abitanti della Barbagia di Seulo, a 810 metri sul mare. Magnifici disegni stilizzati in bianco e nero che accompagnano chi percorre a piedi o in auto le vie principali del centro, in una specie di riassunto della storia moderna delle sette note. Un’idea partita con la nascita e il consolidamento della rassegna Seui in musica, Festival Jazz che a fine luglio ha celebrato la sua quinta edizione. Di quelle tre serate in piazza San Giovanni, resta ancora l’eco della musica suonata degli artisti che si sono esibiti: il duo Antonello Salis & Sandro Satta, i Redneko Plane, Attilio Berni, e tanti altri; le 600 magliette con la mano aperta stampata a ricordare i 5 festival organizzati finora e, appunto, una ventina di pannelli disseminati in paese che sembrano dare appuntamento alla prossima edizione, la sesta, in programma nel 2019. Volti noti nella gran parte, altri conosciuti solo ai cultori del jazz: si va da James Brown a Chet Baker, da Miles Davis a Stefano Bollani e poi, ancora l’immancabile artista sardo Paolo Fresu, Steve Wonder, Kamasi Washington e ancora Nick Dunstone e Ameen Saleem.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:tempo-libero:1.17234899:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.17234899:1653495205/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

L’idea di “Seui in musica” si deve alla Associazione Kromatica e, in particolare, a due allievi del Conservatorio di Cagliari, Luigi Murgia e Fabrizio Mura. Partiti quasi in sordina hanno convinto l’amministrazione comunale e i compaesani della bontà dell’iniziativa. I pannelli, ad esempio, non solo fanno bella mostra lungo i muri, ma anche davanti a diversi esercizi commerciali: l’edicola e alcuni bar, e altri semplici cittadini hanno accettato molto volentieri di ospitare nella vetrina o accanto alla porta d’ingresso di casa, uno dei disegni. «L’idea del Festival è piaciuta parecchio – sottolinea il sindaco Marcello Cannas –. Noi nel nostro piccolo abbiamo potuto dare il sostegno dell’amministrazione e un contributo finanziario, comunque utile, all’iniziativa. E siamo davvero soddisfatti, perché Seui in musica sta davvero dando ottimi risultati». Luigi Murgia, uno dei promotori, racconta di un Festival assolutamente speciale nel panorama musicale. «Gli artisti vivono la rassegna con entusiasmo – sottolinea –. Perché abbiamo creato degli spazi dove stanno insieme, mangiano, chiacchierano e si divertono. Dormono anche in paese. E così è successo che ora diversi di loro si propongono per tornare alla rassegna successiva. Un bel risultato sicuramente».

E i pannelli? Un’altra idea della coppia Murgia-Mura. «Eravamo partiti con l’ipotesi di fare dei murales – ricorda ancora Murgia –: occupare alcuni spazi con personaggi della musica. Ma la cosa sembrava troppo difficile in particolare per i vincoli che legano il centro storico. Abbiamo optato per questi pannelli in Osb, materiale prevalentemente composto da truciolato. I disegni li ho fatti con l’aiuto di alcuni cugini. Ne abbiamo realizzato una trentina con pennello e vernice, ma pensiamo di farne qualcun altro, sempre soldi permettendo. Già, perché comunque dobbiamo fare sempre i conti con le poche risorse a disposizione». I pannelli resteranno sui muri del paese ancora per qualche settimana, poi verranno levati in attesa della prossima edizione di Seui in musica. «Dobbiamo preservarli – dice Murgia –, visto che in inverno il gelo, la pioggia e la neve li rovinerebbero». Ma per i visitatori c’è sempre qualcosa da vedere: un percorso museale che comprende la Palazzina in stile liberty, la Casa Farci, il Carcere spagnolo e la Galleria Civica. «Abbiamo puntato molto sulla cultura – aggiunge Murgia –. Anche le presentazioni di libri, che ospitiamo una volta al mese, sono sempre affollate». E poi, nelle pause, giusto per non farsi mancare nulla, c’è anche la possibilità di mangiare bene, partendo magari dai “culurgionis”, il piatto “nazionale” seuese. Come dire, una visita è d’obbligo.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative