La Nuova Sardegna

«Porto Bookolica nella mia Tempio»

«Porto Bookolica nella mia Tempio»

Dargli dell’emergente potrebbe essere un po’ riduttivo, visto che calca le scene da diversi anni. È stato però grazie alla parte che ha avuto nel Macbettu di Alessandro Serra che Fulvio Accogli ha...

12 settembre 2018
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Dargli dell’emergente potrebbe essere un po’ riduttivo, visto che calca le scene da diversi anni. È stato però grazie alla parte che ha avuto nel Macbettu di Alessandro Serra che Fulvio Accogli ha ricevuto la sua definitiva consacrazione sul palco. Tempiese, Accogli si trova in questi giorni nella sua Gallura per il debutto di “Bookolica”, festival letterario di cui è il direttore artistico. Ne parla in questa chiacchierata, ma non prima di aver fatto il punto su ciò che Macbettu ha significato per lui e per la sua carriera. «Macbettu mi ha rivelato la bellezza del lavoro teatrale. È stato l’occasione per riconoscere la mia terra e incontrare colleghi straordinari con esperienze disparate in ambito teatrale, il tutto all’interno di Sardegna Teatro che ha sede a Cagliari, ma che è ormai il punto di ritrovo e ricerca di chi si muove nell’arte teatrale in Sardegna. Qui si possono conoscere le migliori maestranze e i giovani artisti possono trovare casa. Qui hanno creduto nel progetto di Alessandro che ci ha proposto una visione chiara e precisa del lavoro, oltre che del mestiere dell’attore, ora so cosa voglio artisticamente e professionalmente».

Macbettu è stato un successo riconosciuto da pubblico e critica. Sorpreso?

«Sì, per un verso, anche perché è uno spettacolo molto intimo. Essendo sardi ci riguarda e ci tocca nel cuore. Però, allo stesso tempo, la visione del regista era così netta che si è notata fin da subito la potenza che oggi si sta rivelando, e, girando anche per altri continenti, la risposta del pubblico è sempre la stessa carica di emozione».

Lei è molto legato alla sua città, Tempio, dove ha fatto nascere due diversi festival: “Props” e “ Bookolica”, che esordirà il 14 settembre. Un esordio vero perché è la prima edizione. Com'è nata l'idea di Bookolica? Andrà a sostituire nel tempo il "vecchio" Props?

«No, non sostituirà il Props perché viene proprio da quell’esperienza. L'uno, semmai, convergerà nell’altro. Props ha un’anima multiforme come esplicita il nome, perché i Props sono gli strumenti dell’arte; Bookolica ha una linea più netta, essendo un festival di letteratura da cui poi partono eventi come concerti, spettacoli teatrali, reading musicali. Entrambi sono pensati per lavorare in tutto il territorio e creare un ponte con le realtà più vicine, ma anche con il territorio nazionale. Sono molto emozionato perché sono legato mani e piedi a Tempio e alle persone che la abitano. Qui ho gli amici più stretti, la mia famiglia, la mia montagna, qui posso camminare e incontrare tutti e scambiare due chiacchiere, qua ancora ci si saluta».

Chi legge il programma capisce che non è il classico festival letterario con autori che presentano libri e lettori che un po' passivamente ascoltano. La formula ricercata sembra quella di una letteratura per così dire animata.

«È così. Il progetto è appunto legato al Props perché ci sposteremo nelle cosiddette periferie e, decentrandoci, porteremo in quei luoghi un pubblico che avrà la voglia e l’esperienza per rileggere i posti meno frequentati e più dimenticati. Abbiamo pensato a un modo differente di fruire gli spettacoli, perché la visione frontale e cattedratica non ci interessa».

Rispetto ad altri festival, Bookolica ospiterà anche scrittori e libri pubblicati negli anni scorsi. Perché?

«Abbiamo novità editoriali tra cui Andrea Mereu, che è al suo esordio, altri invece sono pubblicati tra l’anno scorso e quest’anno. La scelta è stata di qualità artistica, anche perché la direzione artistica, una direzione deve prenderla. Alberto Masala e Savina Dolores Massa erano nei nostri desideri già durante la stesura del progetto, poi il caos ha voluto che conoscessimo anche Jonny Costantino, un cineasta noto in Italia e all’estero, che ha curato Contrappunti, sezione del festival in cui presenteremo gli autori e gli artisti che hanno illustrato i loro libri».

Ospiti e autori sono in effetti tanti. Ci sarà Gionata Mirai e non solo.

«Gionata viene dall’esperienza fantastica e unica del Teatro degli Orrori. Suonerà in chiusura sabato in acustico le origini sonore della sua vita, creerà anche una sonorizzazione al nuraghe Majori ed elettrificherà un testo di Jonny Costantino. Ma ascolteremo anche Alessandro Deiana e l’ultimo disco di Manuel Muzzu. Avremo Giovanni Carroni, col quale condivido il palco nel Macbettu, di cui ha curato la traduzione in sardo-logudorese. Per Bookolica presenterà uno spettacolo su Costantino Nivola».

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