La Nuova Sardegna

Spiagge, montagne e fiumi, un vero paradiso regno di fenicotteri e aquile reali

di Marco Vitali
Spiagge, montagne e fiumi, un vero paradiso regno di fenicotteri e aquile reali

Ambienti unici, paesaggi di eccezionale bellezza e grandi monumenti della natura. Un viaggio straordinario dalle vette del Gennargentu alle coste della Gallura 

18 settembre 2018
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C’è una frase ormai celebre di Fabrizio De André che ci sembra perfetta per introdurre Le meraviglie naturali della Sardegna: «La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso». Un paradiso, quello tradotto dallo sguardo del cantautore, che nel marzo del 2018 ha ricevuto dall’European Forest Institute il prestigioso riconoscimento di Isola Forestale d’Europa. A questo paradiso è dedicato il secondo volume della collana “I tesori nascosti della Sardegna” intitolato “Meraviglie naturali”, che la Nuova manda in edicola venerdì di questa settimana a 8,70 euro oltre il prezzo del quotidiano.

LA MONTAGNA. La Sardegna, pur non raggiungendo altezze elevatissime, può considerarsi prevalentemente montuosa. La montagna sarda si presenta piuttosto aspra e impervia – canaloni, forre e gole si alternano a pareti verticali, anche di centinaia di metri, inaccessibili – e può definirsi un ambiente estremo, nel quale le piante e gli animali hanno sviluppato tutta una serie di accorgimenti per resistere anche in condizioni atmosferiche proibitive. Un ambiente diventato nel corso del tempo il rifugio di mammiferi schivi e il regno di grandi rapaci.

LA PIANURA. Al netto di questa prevalenza montuosa, l’isola presenta anche importanti zone pianeggianti, nate come avvallamenti che in ere geologiche furono riempiti dai sedimenti trasportati dai fiumi. L’osservazione diretta degli animali che abitano le pianure non è facile, come invece farebbe supporre la presenza di ampi spazi aperti. Infatti, se si escludono i rapaci che per cacciare devono sorvolare i campi e quindi rendersi visibili, gli altri uccelli tipici di questo ambiente sono in grado di mimetizzarsi con il loro piumaggio tra la vegetazione.

I FIUMI. Per quanto riguarda i fiumi, bisogna precisare che la maggior parte di questi in Sardegna non è perenne, ma assume carattere torrentizio arrivando così a prosciugarsi nel periodo estivo. La cronica carenza d’acqua ha fatto sì che la maggior parte dei corsi venisse sbarrata da dighe più o meno imponenti, allo scopo di creare bacini artificiali di raccolta con cui soddisfare le locali esigenze idriche. Uno degli aspetti più importanti è che questi fiumi hanno creato, nel loro congiungersi con il mare, zone umide di straordinario valore naturalistico, dove si registra la presenza di uccelli rari, in alcuni casi estinti altrove. L’isola, per la sua felice posizione geografica quasi al centro del Mediterraneo, è inserita in una delle più importanti rotte migratorie degli uccelli e rappresenta una tappa di passaggio fondamentale per quelle specie che in autunno abbandonano il continente europeo alla volta dell’Africa e che compiono il tragitto inverso in primavera. Ma oltre agli uccelli cosiddetti “di passo”, sono migliaia quelli che svernano nella regione, attratti dall’abbondanza di pesci delle lagune costiere.

LE ZONE UMIDE. Tra le zone umide un cenno particolare meritano le saline; infatti, fin dai tempi dei Fenici e dei Romani, la Sardegna è stata una delle maggiori produttrici del cosiddetto “oro bianco”. In questi ambienti vivono e si riproducono diverse specie di uccelli acquatici, richiamati nelle vasche dalla presenza dei piccoli crostacei di cui si nutrono. Gli argini di terra che separano le vasche evaporanti, nel periodo primaverile vengono occupate da centinaia di volatili che nidificano tra i cristalli di sale, i cespugli e depongono le uova in piccole cavità del terreno a poche decine di centimetri l’uno dall’altro.

LE COSTE. Un ulteriore ambiente naturale della Sardegna che, per ovvie ragioni, troverà ampio spazio nel volume in edicola da venerdì, è quello delle coste, estese sul territorio per circa 1.850 chilometri in un susseguirsi continuo di spiagge, calette, scogliere e falesie a precipizio sul mare; un mare cristallino, considerato tra i più belli del mondo, che racchiude in sé tutta una gamma di colori che vanno dal verde acqua dei bassi fondali fino al blu più cupo delle profondità. Nonostante decenni di scelte urbanistiche spesso discutibili, la costa sarda conserva ancora preziosi tratti nei quali la natura è rimasta integra, ed è proprio in questi che la vegetazione offre in primavera le splendide fioriture di migliaia e migliaia di specie i cui delicati profumi pervadono tutto l’ambiente. Percorrendo un itinerario ideale che dal mare s’inoltra verso l’interno è possibile notare come la vegetazione cambi man mano che ci si allontana dall’acqua. Nelle spiagge l’azione dei venti dominanti tende ad accumulare la sabbia, su cui s’insediano piante particolarmente esigenti, le cui radici trattengono i grani contribuendo alla formazione e stabilizzazione delle dune. In prossimità del mare troviamo poi le cosiddette pioniere, piante rustiche che hanno sviluppato accorgimenti atti a sopportare, anche in questo caso, l’azione dei venti, le forti salinità e le temperature altissime dei mesi estivi. A questa fascia delle scogliere ne segue un’altra costituita dalle piante meno esigenti della macchia mediterranea che sfuma nella macchia vera e propria.

LE GIARE E I GIARDINI. Ci sono poi i “monumenti naturali” in essi custoditi in tutti gli ambienti citati, dalle rocce zoomorfe e antropomorfe scolpite dagli agenti atmosferici, ai tacchi e le gole che hanno originato varie leggende, alle cascate e sorgenti che hanno ispirato poeti, senza tralasciare i parchi urbani e i giardini botanici, o peculiarità come le giare – tavolati basaltici della Sardegna centro meridionale –, o ancora curiosità naturalistiche sorte in luoghi inaspettati o luoghi noti caratterizzati da presenze inattese. Tra questi, l’angolo tropicale della Butterfly House di Olmedo, nel Sassarese, con centinaia di farfalle, piante, pappagallini e insetti rari provenienti dall’America centrale, e la spiaggia di Su Pallosu a San Vero Milis, nella provincia di Oristano, «dove osano i gatti» – per dirla con lo scrittore Antonio Maccioni – i quali popolano l’insolita colonia felina che è nata proprio sull’arenile.

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