La Nuova Sardegna

Gavino Ledda e Inge Feltrinelli: «Mi considerava il suo autore pilota»

di Paolo Curreli
Una scena del film "Padre padrone" dei fratelli Taviani
Una scena del film "Padre padrone" dei fratelli Taviani

Lo scrittore di Siligo ricorda la donna che pubblicò coraggiosamente “Padre padrone”

21 settembre 2018
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SASSARI. Gavino Ledda ha un ricordo vivo e presente di Inge Feltrinelli. Fu la casa editrice della signora dell’editoria a pubblicare, coraggiosamente nel 1975, il suo primo romanzo autobiografico “Padre padrone”. Primo titolo della collana Franchi Narratori, serie monumento della nuova narrativa, il libro e divenne presto un bestseller e i fratelli Taviani nel ’77 ne trassero il loro film capolavoro premiato al festival di Cannes, pellicola che dal quel momento fece il giro del mondo.

Gavino Ledda risponde dalla sua casa di Siligo: «Mi sta dando una triste notizia, non lo sapevo e mi dispiace avere così poco tempo, sono in partenza per il set del film che sto girando con Salvatore Mereu – dice commosso –. Era una donna particolarmente intelligente e piena di energia, non ricordo se la scelta di pubblicare il mio romanzo fosse del tutto sua. Aveva una redazione di personalità capaci, tutta gente in gamba e preparata – sottolinea lo scrittore –. Inge era una donna molto gentile ma forte che sapeva circondarsi di talenti e capace di chiedere da ognuno il meglio che poteva esprimere, quindi immagino che il suo parere fosse essenziale nelle scelte editoriali».

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Una scelta che premiò la casa editrice milanese, il libro sul pastorello che si affranca da una vita scelta dal padre divenne una storia universale tradotta in tante lingue, e confermò le scelte editoriali controcorrente della Feltrinelli con un grande successo.

«Quando Cesare Zavattini mi affidò la trasmissione su Radio Uno “Voi ed io” nel ’77, scelsi proprio Inge Feltrinelli per uno degli incontri più significativi – ricorda Ledda –. Il grande Zavattini aveva pensato a delle puntate affidate a una personalità della cultura che doveva scegliere i suoi ospiti per una settimana. Fu in quella occasione che Inge Feltrinelli mi confessò, col suo solito modo ironico e pieno di energia, che mi considerava il suo “autore pilota”. Mi fece molto piacere e lo ricordo ancora, significa molto per me, perché ne capisco il senso detto da un editore. Dal punto di vista umano – conclude – era una persona eccezionale, non dimenticava mai un regalo per me, e le piaceva portarmi a cena per parlare di qualsiasi cosa».
 

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