La Nuova Sardegna

L'intruso: Dylan, Hendrix e le coincidenze della mia vita

di Paolo Piquereddu *
L'intruso: Dylan, Hendrix e le coincidenze della mia vita

Ottobre 1966, auditorium del Museo del Costume, Nuoro: accompagnato alla chitarra da un compagno di liceo, Piero Salis, che di lì a qualche anno sarebbe diventato Piero Marras, e da Pierino Brotzu...

22 settembre 2018
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Ottobre 1966, auditorium del Museo del Costume, Nuoro: accompagnato alla chitarra da un compagno di liceo, Piero Salis, che di lì a qualche anno sarebbe diventato Piero Marras, e da Pierino Brotzu – amico geniale, di qualche anno più grande di me, cresciuto in una casa posta ai margini di Santu Predu piena di dischi jazz, di strumenti musicali e ritrovo dei migliori musicisti di Nuoro – cantai “Blowin’ in the wind” , la celebre canzone di Bob Dylan. Avevo 17 anni. Quella giovanile esibizione propiziò l’avvio della mia esperienza di cantante che durò circa tre anni. Formai un gruppo rock che, in piena sintonia con i tempi, si chiamò Lsd: repertorio Jimi Hendrix, Cream, Otis Redding, Eric Clapton e naturalmente Bob Dylan, ma quello della cosiddetta “svolta elettrica”. Gli Lsd suonavano quasi quotidianamente nello scantinato di un palazzetto non distante dal liceo Asproni, del quale ero uno svogliato studente: si chiamava Blow-Up, come il film di Antonioni dedicato alla Swinging London: pareti dipinte di nero e soffitto interamente coperto da mozziconi di sigarette che, lanciate per aria, vi si fissavano miracolosamente. La canzone più richiesta nel Blow-Up era “Hey Joe”, nella versione cult di Jimi Hendrix. Ho cantato “Hey Joe” non so quante volte, anche in occasioni memorabili, come quando per un concerto di capodanno al Motel Agip di Nuoro fummo il gruppo-spalla de I Ribelli, capitanati da Demetrio Stratos, uno destinato a diventare un mito della musica rock progressiva e sperimentale. E, ancora con questa canzone, gli Lsd arrivarono primi, pari merito con i Nati Stanchi di Cagliari (così mi conferma Gianni Pirina, il batterista del gruppo), nella finale sarda del concorso Sardegna Canta, ad Alghero, nell’agosto del 1967. Il contratto discografico con la Rca, sottoscritto al termine della storica serata, non avrebbe avuto alcun esito concreto, in quanto qualche mese dopo l’ottimo Gianni Cabras, chitarra solista, sarebbe partito militare e non molto tempo dopo io stesso avrei lasciato Nuoro per frequentare l’Università a Roma: fine degli Lsd.

Rimangono le canzoni della mia vita, “Blowin’ in the wind” ed “Hey Joe” e due singolari coincidenze: il luogo nel quale ho esordito eseguendo la prima e quello che più frequentemente mi ha visto cantare la seconda sono anche i luoghi nei quali a partire dal 1980 ho trascorso tutta la mia vita lavorativa: il Museo del Costume e il palazzetto dell’Isre, in via Papandrea , il cui scantinato, un tempo sede del Blow-up, oggi ospita i depositi della biblioteca. Se si crede allo spirito dei luoghi si potrebbe anche pensare che la mia passione per il rock e la mia esperienza professionale non riguardino storie completamente diverse.

* Commissario della Biblioteca Satta di Nuoro ed ex direttore dell'Isre


 

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