La Nuova Sardegna

Ecco l’ArtAnglona

di Mauro Tedde
Ecco l’ArtAnglona

Da Nulvi a Tergu,  attraverso Martis, viaggio in un  territorio  che custodisce tanti tesori 

22 settembre 2018
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È probabile che la vecchia e tortuosa statale 127 possa aver spesso scoraggiato una visita a Nulvi, ma ora che finalmente è stata aperta al traffico la nuova “Strada dell’Anglona” vale davvero visitare questo antico capoluogo. Anche perché il paese custodisce un patrimonio storico-culturale, architettonico e archeologico ancora poco conosciuto e che merita di essere promosso e valorizzato. Arrivare a Nulvi ora è quasi una passeggiata (13-14 minuti da Sassari) peraltro in un paesaggio nuovo e suggestivo. Scollinando alle pendici di monte Iscoba il paese si presenta adagiato morbidamente ai piedi della collina di San Lorenzo. La via principale, corso Vittorio Emanuele, attraversa l’intero centro abitato ricco di aree verdi e di edifici di pregio fra cui il bel palazzo municipale, eretto nel 1924 ma in piena efficienza, e l’imponente caseggiato scolastico, del 1913.

Tesori d’arte

Qui si può parcheggiare ed avventurarsi nel centro storico incastonato da 8 chiese seicentesche, ognuna con un suo piccolo ma importante tesoro, tanto che Nulvi viene definita la “piccola Roma” della diocesi. Come la chiesa di Santa Tecla, attigua all’omonimo ex convento francescano (cunventu ‘e josso) con la sua grandiosa tela raffigurante “Il martirio di Santa Tecla” opera di Baccio Gorini, pittore manierista fiorentino che ha operato tra 1500 e ’600, da rifugiato, nel Nord Sardegna. Come la chiesa del Rosario, con il suo stupendo altare ligneo caratterizzato da due gigantesche cariatidi (sos paladinos) o come l’oratorio della Santa Croce, sede dell’omonima arciconfraternita, che custodisce gli arredi sacri legati agli antichi riti alla Settimana Santa. O come la stessa Parrocchiale dell’Assunta, costruita in tempi diversi a partire dal 1500 e ricostruita nel 1780 sulla pianta dell’antica chiesa di Santa Maria del Fiore, ricca anch’essa di preziosi altari lignei e con uno splendido altare maggiore marmoreo “firmato” dal Sartorio. Pregevoli anche i due leoni presbiteriali e il coro ligneo seicentesco. Sulla chiesa si innalza il grande campanile a pianta ottagonale che domina tutto il paese e la vallata che guarda ai monti della Gallura. E po la chiesa di San Sebastiano attigua al convento di San Bonaventura (cunventu ‘e subra) costruito dai padri Minori Osservanti, con i suoi grandiosi altari lignei al centro e nelle tre cappelle laterali.

I candelieri

Dell’antica parrocchiale di San Tommaso, che risale al 1100, restano invece solo i muri perimetrali e gli archi della navata centrale sotto cui scorre ora una strada, mentre nel suo patio, adibito anticamente a Monte Granatico, è ospitata una graziosa mostra etnografica. Ma il tesoro più prezioso per i nulvesi è ben custodito nella chiesetta di San Filippo Neri, che sorge alle spalle della parrocchiale. L’interno è privo del solito arredamento per lasciare spazio ai candelieri di Nulvi, autentico simbolo del paese. Insieme ai tre grandi tabernacoli protagonisti de Sa Essida del 14 agosto si possono ammirare anche quelli più antichi realizzati nel 1978.

A due passi dalla chiesa Casa Talu, una casa-museo che custodisce fra le altre cose anche i calchi con cui venivano realizzate le artistiche “facciate” dei tre grandi ceri.

Bella nelle sue linee essenziali anche la chiesa seicentesca di San Giovanni, anticamente campestre ma ormai inglobata nel perimetro urbano. Lasciando il centro abitato in direzione Martis vale la pena visitare anche il pozzo sacro di Nuraghe Irru, una stupenda fonte nuragica riaffiorata quasi per miracolo una trentina di anni fa e che meriterebbe però una maggiore cura e valorizzazione. Tornando verso il paese merita una visita il santuario di Nostra Signora di Monte Alma in cima ad un tavolato panoramico che domina gran parte dell’Anglona.

L’escursione a Nulvi potrebbe proseguire verso Tergu, lungo la provinciale per Castelsardo che pullula di apprezzate aziende agrituristiche che invitano ad una sosta di sicuro ristoro. Arrivati a Tergu non si può non godere della straordinaria bellezza della basilica benedettina di Nostra Signora di Tergu, una delle massime espressioni dell'architettura romanica in Sardegna, con attorno l’ampio sito da cui affiorano le rovine dell’antica abbazia.

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