La Nuova Sardegna

Le visioni di Marianne Sin-Pfältzer

Le visioni di Marianne Sin-Pfältzer

A Golfo Aranci una mostra a cielo aperto dedicata alla fotografa tedesca

28 settembre 2018
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GOLFO ARANCI. La tradizione marinara di Golfo Aranci rivive attraverso le immagini realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta dalla fotografa tedesca Marianne Sin-Pfältzer, straordinaria artista che con il suo sguardo indagò aspetti poco esplorati nella Sardegna di quegli anni. Gli scatti sono raccolti in una mostra-museo a cielo aperto, voluta dall’amministrazione comunale di Golfo Aranci e curata dalla casa editrice Ilisso insieme a Paola Masala, che sarà inaugurato domenica sera, alle 18.30, nella piazza dei Pescatori, sul lungomare del paese.

Il progetto museale intende ricostruire la figura dell’artista tedesca attraverso i ricordi di chi l'ha conosciuta e, soprattutto, attraverso le sue immagini che riportano alla luce la memoria di una parte significativa della "tradizione marinara" di Golfo Aranci. Durante l'inaugurazione della mostra a cielo aperto saranno anche proiettate gran parte delle foto inedite realizzate in paese dalla fotografa tra gli anni Cinquanta e Sessanta, accompagnate dalla musica del sassofonista nuorese Gavino Murgia e dalla voce di Marco Spiga. La mostra museo dedicata alla fotografa restituisce alla comunità golfarancina una preziosa eredità di immagini in grado di raccontare la vita di quei luoghi, la loro storia e tradizione culturale.

Marianne Sin-Pfältzer arrivò in Sardegna nella metà degli anni Cinquanta trovando proprio nell’isola la sua dimensione più autentica. Dopo aver girato il mondo aveva scelto di vivere in Sardegna realizzando la parte più significativa del suo archivio fotografico. L’artista focalizzò la propria attenzione su alcuni luoghi che ne stimolarono particolarmente la sensibilità, tra questi Golfo Aranci e la sua comunità di pescatori. Attraverso i suoi scatti ha reso immortali sia le famiglie originarie che la comunità emigrata da Ponza, Ventotene, Pozzuoli, scolpendo sulla pellicola gli scorci del borgo, i luoghi e i paesaggi non ancora trasformati dall’industria ferroviaria prima e dallo sviluppo turistico poi. (m.b.)

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