La Nuova Sardegna

Con i Conspiracy Four e gli Egon la scena si allarga a Ozieri e Alghero

di Alessandro Marongiu
Con i Conspiracy Four e gli Egon la scena si allarga a Ozieri e Alghero

I nomi da fare sarebbero ancora tanti. Chi non ha bisogno di particolari presentazioni sono i Forelock & Arawak, di cui è attesissimo il secondo album, “To The Foundation”, in uscita il 5 ottobre per...

29 settembre 2018
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I nomi da fare sarebbero ancora tanti. Chi non ha bisogno di particolari presentazioni sono i Forelock & Arawak, di cui è attesissimo il secondo album, “To The Foundation”, in uscita il 5 ottobre per La Tempesta Dub e prodotto, come il precedente “Zero”, da Paolo Baldini. Già online da qualche mese in anteprima i brani “To The Foundation / Islander Taking Over” e “Roots and Culture”. Tanti ormai per loro i concerti accanto a grandi nomi come Alborosie, Cremonini e Litfiba, e numerose le date all’estero.

Secondo album in arrivo anche per un’altra compagine dall’ottimo seguito e che ha da tempo varcato i confini isolani, gli Apollo Beat (il titolo sarà “Sfera”). La scena sassarese offre validi ascolti anche agli amanti di sonorità meno consuete. Senza dimenticare di citare i veterani Rodeo Clown e i Lux, segnaliamo, tra gli altri, gli When Ashes Are Rising e il loro metalcore non esente da suggestioni black (il secondo lp, “The Light of a Thousand Sparks”, è della fine di agosto 2018), e il thrash vecchia scuola dei Thrashicidio, il cui “Dawn Of Nuclear Deaththrash” del 2016 è stato registrato al Domosound Recording di Uri. Dallo stesso studio è uscito “Polyphemus” dei The Stone Seeds, sette brani per una cascata di riff heavy rock dalle torride atmosfere desertiche (una menzione speciale va all’incredibile grafica dell’album, ad opera di Antonio Lucchi e Edmondo Quilichini). Ad Alghero invece, e precisamente al SoundRoom, hanno preso forma i cupi brani – parliamo di una new wave estremamente irrobustita da chitarre rock – degli Egon, autori di “Il cielo rosso è nostro” nel 2016 e “100000 km di vene” nel 2017. Non ci si potrebbe però riferire a una “scena”, come qui si sta facendo, se tutto si limitasse a un insieme di band, o al solo capoluogo.

Basta ad esempio percorrere qualche decina di chilometri, e a Ozieri ci si imbatte nei Conspiracy Four, che, dopo un ep con sei brani nel 2014, non si sono lasciati demoralizzare da una serie di sfortunati eventi e sono pronti al ritorno in studio e sulle scene con il loro post-metal. L’artwork del debutto della band si deve a Luca Devinu, noto a livello mondiale – partito dal metal più sotterraneo, è arrivato nel 2016 a lavorare per Rihanna – come Blssnd. Percorrendo ancora meno chilometri, giusto quelli che portano a Ossi, si scopre una realtà del massimo interesse, l’Electric Valley Records. Specializzata in sonorità stoner e psichedeliche, ha nel proprio catalogo act isolani (Desert Hype, King Howl ed Elepharmers da Cagliari, Raikinas e 24Moons dalla stessa Ossi), del resto d’Italia (Atomic Mold, Rosàrio) e anche stranieri, come gli inglesi Sons of Alpha Centauri e i brasiliani Stone House on Fire. L’etichetta organizza ogni anno in paese, all’Alex Bar, un omonimo festival, che nel 2015 ha avuto come ospiti d’eccezione gli statunitensi Karma To Burn.

In tema di festival, al consueto, agostano Enjoy Parade si è aggiunto quest’anno l’I-Land, per iniziativa dell’omonima associazione culturale. Due giorni di musica di gran livello – basterà per tutti richiamare il live di Miles Cooper Seaton e del suo formidabile ensemble – che però, nonostante l’accessibilità dell’evento (si svolgeva ai Giardini pubblici ed era a ingresso gratuito), ha avuto una scarsissima partecipazione. Quello del pubblico sassarese, “distratto” e poco curioso (anche quando in città si esibiscono grossi calibri come Fatson Jetson e Spidergawd, o cult-band come i Novembre) è in fondo il vero tallone d’Achille di tutto un movimento di cui, per quantità e qualità, altrove si sarebbe già scritta l’epica. E che, invece, bisognerebbe sostenere e aiutare a crescere ancora.(a.m.)

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