La Nuova Sardegna

“La corsara” di Sandra Petrignani vince il Dessì

di Sabrina Zedda
“La corsara” di Sandra Petrignani vince il Dessì

Il ritratto di Natalia Ginzburg si aggiudica il premio per il romanzo, Alberto Bertoni quello per la poesia

01 ottobre 2018
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VILLACIDRO. Sono Sandra Petrignani con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg”, pubblicato da Neri Pozza, per la narrativa, e Alberto Bertoni con “Poesie 1980-2014”, edito da Nino Aragno, per la poesia, i vincitori della 33esima edizione del Premio “Giuseppe Dessì”. La proclamazione è avvenuta ieri sera durante la cerimonia condotta dalla giornalista Roberta Floris, e scandita dalla musica di Nicola Agus capace di far dialogare le launeddas con gli strumenti di altre parti del mondo. Insieme a Petrigani e Bertoni sono stati premiati anche il giornalista Ferruccio de Bortoli e lo psichiatra Vittorino Andreoli, vincitori del Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, ed Ernesto Ferrero, già direttore del Salone del libro di Torino. A lui è andato il Premio speciale della giuria che ha voluto dedicare alla memoria dello scrittore Sergio Atzeni. Sandra Petrignani con il suo libro, documentatissimo, ha messo d’accordo i giurati grazie alla sua capacità di restituire l’intera cifra di Nataliza Ginzburg. «Ha sempre parlato di sé riuscendo a restare misteriosa», scrive l’autrice nella sua opera. Parole illuminanti per la giuria, che ha ritrovato in “La corsara”, non solo una biografia, e neppure solo un’interpretazione critica o il «disegno d’una stagione importante della letteratura italiana novecentesca», ma una scrittrice vera in cui la figura dell’autrice di “Lessico famigliare” riprende finalmente corpo. Della raccolta di poesie di Alberto Bertoni la giuria ha invece scritto nelle motivazioni che i suoi versi non sono «la semplice collezione di libri precedenti, e neppure un’antologia personale di un poeta che ha attraversato le generazione del post-moderno, ma semmai una “nuova opera” che per correzioni minime e soprattutto lavoro di accostamenti e “montaggi” trova, in una scelta ampia delle poesie di oltre un trentennio, geometrie e significati nuovi, come se i testi potessero – e davvero possono – mutare nel loro dialogo reciproco».

I testi delle opere vincitrici ieri, insieme a quelle degli altri finalisti (“Due mogli. 2 agosto 1980” di Maria Pia Ammirati uscito per Mondadori, “Dissipazioni. Di carte, corpi e memorie” di Giuseppe Marcenaro, edito dal Saggiatore, “Folla delle vene. Il museo che di me affiora” di Paolo Fabrizio Iacuzzi, di Corsiero Editore, e “Q. e l'allodola”, di Vincenzo Mascolo, pubblicato da Mursia) sono stati ripercorsi grazie alle letture degli attori Emilia Agnesa e Giacomo Casti. Ai vincitori del concorso intitolato all’autore di “Paese d’ombre” non andrà solo un premio in denaro ma anche l’onore di vedere il proprio nome iscritto nell’albo d’oro del Premio. Un albo che in trentatré anni ha accolto autori di razza come Nico Oregno, Salvatore Mannuzzu, Niccolò Ammaniti, Maria Luisa Spaziani, Elio Pecora. Le iniziative del Premio Dessì, che ieri ha dedicato anche un omaggio al giornalista recentemente scomparso Cristiano Bandini, vanno avanti ancora sino al 3 ottobre. Ieri al Mulino Cadoni: vincitori e finalisti del Premio hanno dialogato col pubblico nell’incontro moderato dal giornalista Fabio Marcello. Ieri sera ci sono state anche le cronache cantate dall’Italia con David Riondino e “Làntias”, il nuovo progetto musicale di Elena Ledda.

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