La Nuova Sardegna

Energia primordiale tra latin, funk e swing

di Andrea Musio
Energia primordiale tra latin, funk e swing

Successo a Cagliari per la ventunesima edizione della rassegna “Forma e poesia nel jazz”

03 ottobre 2018
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CAGLIARI. Un’edizione all'insegna delle diversità. Si è conclusa domenica sera la rassegna “Forma e Poesia nel Jazz”. Quattro giorni con un cartellone fitto di appuntamenti dalla mattina a fino a tarda notte. Un nome, “Energia primordiale” scelto non a caso. Un viaggio intorno al mondo (e nel tempo) senza mai alzarsi dalle poltroncine dell'Ex Manifattura Tabacchi, dove si sono svolti gli eventi. Dal jazz degli inizi del secolo scorso fino a quello moderno dei giorni nostri, e tra di questi lo swing, il funk, il ritmo in levare, per attraversare continenti diversi dall'Africa al Nord America ed ancora l'altra America, quella Latina. Oltre una dozzina di esibizioni con nomi più o meno altisonanti del jazz italiano ed altri che hanno suscitato non poca curiosità, come Karima e Roy Paci.

Così si è passati dal set sofisticato dell’unico ospite internazionale, Olivia Trummer, all’energia dei Licaones ovvero Bearzati, Ottolini, Mappa e Marchioni con Gavino Murgia come ospite, per concludere la prima serata con il Big Easy Trio ad accompagnare la cantante Karima, salita alla ribalta qualche anno fa con il programma televisivo “Amici”.

Il sassofono jazz intriso di blues di Francesco Bearzati, insieme al pianoforte di Giovanni Guidi in apertura della seconda serata, e la presentazione di “Origami” ultimo disco del napoletano Joe Barbieri, poco prima dell'attesa performance intitolata “Django – il fulmine a tre dita” con le musiche del grande chitarrista francese Django Reinhardt, icona indiscussa dello stile manouche, all’apice del successo negli anni Trenta e Quaranta. Indiscutibilmente riuscita la parte musicale ad opera dell’Hot Club Roma, un po’ meno quella recitata dall’attore (e chitarrista per l’occasione) Giorgio Tirabassi.

“Inediti, B-sides ed altre amenità” è invece il titolo del nuovo progetto del trombettista siciliano Roy Paci, già alla guida dei suoi Aretuska, con i quali ha da poco licenziato l’album “Valelapena” e il singolo “Salvagente”. Un progetto nuovo di zecca in cui la diversità è la parola chiave, quello delle culture, dei popoli che migrano e delle musiche dei vari continenti, accomunate dalle proprie esperienze personali. Un sestetto, nel set di sabato, accompagnato da due componenti degli Arestuska (Vito Scavo al trombone e John Lui alle chitarre) e tre jazzisti (Roberto De Nittis al pianoforte, Riccardo Di Vinci al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria).

Il live di Paci è stato anticipato da due Trio capitanati da altrettanti pianisti Ivan Dalia e Claudio Filippini. Ultima giornata con il concerto più atteso dell'intero festival, quello dei cinque top player il trombettista Flavio Boltro, il sassofonista Emanuele Cisi, il pianista Eric Legnini, il bassista Massimiliano Rolff e il batterista Adam Pache e con Roy Paci come ospite d'eccezione. Serata aperta dai cagliaritani Musica ex Machina e dal piano solo del friulano Remo Anzovino.

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